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Dario Fo morto: le frasi più belle dell’eterno giullare

Attore, regista, scrittore, drammaturgo, autore, illustratore, pittore, scenografo, impresario e artista a tutto tondo: questo e molto di più è stato Dario Fo, morto questa mattina all’età di 90 anni. Un personaggio di spicco del teatro e della letteratura italiana, celebre per i suoi testi di satira politica e sociale. Attivista per vocazione e dispensatore di saggezza, riusciva sempre a far sorridere anche quando denunciava fatti scomodi. Un giullare capace di sbeffeggiare chi stava al potere, famoso anche per alcune celebri frasi che descrivono la sua persona meglio di qualsiasi altra biografia:

  • Il riso è sacro. Quando un bambino fa la prima risata è una festa.
  • Dato che esistono oratori balbuzienti, umoristi tristi, parrucchieri calvi, potrebbero anche esistere politici onesti.
  • Gli autori negano che io sia un autore. Gli attori negano che io sia un attore. Gli autori dicono: tu sei un attore che fa l’autore. Gli attori dicono: tu sei un autore che fa l’attore. Nessuno mi vuole nella sua categoria. Mi tollerano solo gli scenografi.
  • La cultura non si può ottenere se non si conosce la propria storia.
  • La vita è una meravigliosa occasione fugace da acciuffare al volo tuffandosi dentro in allegra libertà.
  • La risata, il divertimento liberatorio sta proprio nello scoprire che il contrario sta in piedi meglio del luogo comune, anzi, è più vero, o almeno, più credibile.
  • È risaputo che chi usa la fantasia per trasgredire la legge ne preserva sempre una certa quantità per il piacere proprio e degli amici più intimi.
  • In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta. Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po’ le teste. Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa.
  • Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere.
  • La satira è un’espressione che è nata in conseguenza di pressioni, di dolore, di prevaricazione, cioè è un momento di rifiuto di certe regole, di certi atteggiamenti: liberatorio in quanto distrugge la possibilità di certi canoni che intruppano la gente.
  • Non dobbiamo permettere ai politici di agire senza controllo, e visto che non ci danno gli spazi per esercitare questo controllo, dobbiamo prenderceli.
  • Mio padre, prima dell’arrivo del nazismo, aveva capito che buttava male; perché, spiegava, quando un popolo non sa più ridere diventa pericoloso.
  • L’uomo senza idee, come diceva Voltaire, è un imbecille.
  • Come diceva Orson Welles, per avere materiale sempre nuovo basta affidarsi alla cronaca.
  • Il nostro teatro, dunque a differenza di quello di Pirandello o di Cecov, non è un teatro borghese, un teatro di personaggi che si raccontano le proprie storie, i propri umori, che poi sono le chiavi di conflitto meccaniche. Ci siamo sempre preoccupati di riprendere, invece, un’altra chiave, la chiave della situazione.
  • Se siete in crisi, vi sbattete in ginocchio e pregate il Signore, i santi e la Madonna che vi vengano a tirar fuori. Noi atei, al contrario, non ci possiamo attaccare a nessun Santissimo. Per le nostre colpe dobbiamo rivolgerci solo alla nostra coscienza.

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