Cinema

Festival di Berlino 2017: “Django” aprirà la competizione

Il biopic su Jean Reinhard aprirà la competizione al Festival Internazionale del Cinema di Berlino

Sarà Django, opera prima del francese Etienne Comar, sceneggiatore e produttore di film come Uomini di Dio di Xavier Beauvois e Mon Roi  di Maiwenn ad inaugurare il 67esimo Festival di Berlino, aggiungendosi come film in competizione. Il film interpretato da Reda Kateb (Tutto sua madre, Il profeta) e Cécile De France (Hereafter, Il ragazzo con la bicicletta), contrariamente a quanto potrebbe suggerire il titolo non è un western. Bensì un biopic sul chitarrista jazz belga Jean ‘Django’ Reinhardt, celebre per le sue composizioni musicali fortemente ispirate dalla cultura gitana. Da qui, il soprannome “Django”. Si tratta di un personaggio che ha già influenzato altri registi: per il protagonista interpretato da Sean Penn in Accordi e disaccordi Allen si sarebbe ispirato allo stesso Reinhardt. Così come il regista del western Django, Bruno Corbucci ha voluto omaggiare lo stesso celebre chitarrista, di cui il regista era un grande fan. Lo stile di Django, accolto all’epoca con un entusiasmo generale, è stato accolto dai musicisti di tutti i generi musicali, subendone la pesante influenza.

Trama

Parigi, 1943. Nella Francia occupata dai tedeschi, Jean Reinhardt, detto “Django”, è un talentuoso chitarrista jazz di origini sinti acclamato dall’ambiente musicale per l’originalità delle sue composizioni, che riempono le notti dei quartieri parigini. Django assiste al massacro che si compie nell’Europa di quegli anni e di cui sono vittime anche i suoi fratelli zingari. Quando apprende che il ministero per la propaganda tedesco vuole mandarlo a Berlino per una serie di concerti, Django capisce che si tratta di una trappola e che la sua vita è in pericolo. Con l’aiuto di Louise de Klerk, sua ex fiamma, decide di riparare in Svizzera mettendo in salvo sé stesso e la sua famiglia.

Secondo quanto riportato dal direttore artistico della Berlinale, Dieter Kossilick: “Django racconta in modo avvincente un capitolo della sua vita movimentata ed è una coinvolgente storia di lotta per la sopravvivenza. La minaccia costante, la fuga e le spaventose malvagità inflitte alla sua famiglia non sono riuscite a impedire che continuasse comunque a suonare”.

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