Cinema

Recensione Inferno: critiche ed opinioni sul nuovo film tratto dal libro di Dan Brown

Nuova avventura, signori, per il professor Robert Langdon, alias Tom Hanks, personaggio nato dalla penna dello scrittore Dan Brown e già portato sul grande schermo da Ron Howard prima con Il Codice Da Vinci e poi con Angeli e demoni.

Dopo un’affollata anteprima romana, Inferno approda nelle sale italiane. Nel cast anche Felicity Jones (La teoria del tutto), Omar Sy (Quasi amici) Sidse Babett-Knudsen (La corte). Robert Langdon si risveglia in un ospedale sito a Firenze in preda ad un’amnesia. L’amnesia sarebbe stata provocata da uno sparo che è riuscito ad evitare. A dirglielo è la dottoressa Sienna Brooks. Mentre cerca di ricostruire i suoi ricordi, Langdon si ritrova coinvolto in un mistero legato alla figura di Dante Alighieri e che lo porterà prima a Venezia, poi a Istanbul.

Accolto da un’attesa dovuta al successo dei due film precedenti, il terzo capitolo della saga ci pone di fronte ad un’innegabile verità: questi film hanno stancato. Il soggetto presenta già strutture e modus operandi che ormai conosciamo fin troppo bene, a metà strada tra Indiana Jones e James Bond.

Inferno risulta un film troppo vecchio, che sembra pensato per un pubblico degli anni ’80. La suspence praticamente non esiste perché il film insegue una struttura predefinita e fin troppo prevedibile. E a nulla serve la regia di Ron Howard. Recitato male, diretto peggio. C’era da aspettarselo.

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