Economia

Flat tax: che cos’è e cosa prevede

Tra i vari programmi proposti in campagna elettorale,è quello del centro destra a primeggiare. In cima alla lista degli obiettivi di governo troviamo l’introduzione nel sistema fiscale italiano della Flat Tax.
Chiariamo fin da subito, che quando sentiamo dire “Sistema Fiscale”, intendiamo l’insieme di norme che regolano la riscossione da parte dello Stato di imposte, tasse e contributi, ovvero delle risorse finanziarie che verranno redistribuite per far funzionare gli apparati pubblici.
Attualmente, In Italia, ad esempio, le imposte sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) vengono prelevate in base a un sistema di aliquote crescenti improntato al principio di progressività e quindi sono diverse per ogni scaglione di reddito, e aumentano al salire di questi ( più si guadagna, più lo Stato tassa).

Con l’eventuale introduzione della Flat Tax, non si avrà più un sistema basato sulla progressività, bensì sulla proporzionalità e cioè un’unica aliquota e fissa. Tale sistema, è molto più antico dell’attuale progressivo, che, appunto, è stato introdotto con il fine di ottenere più proventi da reinvestire in opere pubbliche dai redditi più agiati.

I favorevoli alla Flat Tax

I suoi sostenitori, sostengono che la cd “tassa piatta” da applicare ai redditi individuali e alle imprese, ridurrebbe drasticamente la pressione fiscale, aumentando significativamente la liquidità a disposizione incrementando consumi e investimenti. I benefici in tale ottica sono scontati: semplicità di tassazione a tal punto da rendere possibile l’autodichiarazione da parte di molti contribuenti; liquidità e quindi meno pressione fiscale a carico del singolo cittadino e delle piccole-medie imprese.
Paradossalmente, tale sistema andrebbe a creare un calo drastico dell’evasione fiscale in virtù della sempre minore tassazione fiscale e quindi creando un maggior gettito nelle casse dello Stato. In tal senso diverrebbe sconveniente non pagare le tasse, qualora venisse associato a un sistema sanzionatorio adeguato allo scopo.

Gli oppositori

Gli oppositori, non da meno, dichiarano che quanto previsto da tale sistema fiscale, regge su basi ipotetiche e non reali. Non è scritto da nessuna parte che gli evasori con l’aliquota unica corrano a dichiarare il proprio reddito. Come non è provato in nessun tesi che si creerebbe una maggiore ricchezza e liquidità da parte dei cittadini e nemmeno che faccia nascere nuove imprese. Non esistono studi in merito e se davvero non accadesse quanto previsto, il gettito fiscale diminuirebbe a tal punto da dover adottare un ulteriore taglio alla spesa pubblica.
Come ogni riforma, troviamo pregi e difetti, sostenitori e oppositori.
In questa tribuna, Salvini propone una tassa secca al 15%, Berlusconi dal 23% iniziale, è passato al 20% con elementi a sostegno delle fasce più basse ( parlando addirittura di “ No Tax” per i redditi al di sotto dei 13 mila euro annui) e Renzi si oppone nettamente a tale riforma.
Ciò che ancora non è stato specificato, è che la riforma per essere effettiva, necessita prima di una revisione costituzionale, in quanto l’ostacolo in tal senso è costituito dall’art 53 che cita “tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”, e aggiunge che “il sistema tributario è informato ai criteri di progressività”.

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