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Quali sono le bufale più diffuse sul Coronavirus? Ecco la classifica

La diffusione sproposita del Coronavirus sta destando parecchia preoccupazione in Italia e nel mondo, a causa sia dell’aumento dei casi di contagio e di morte, sia per il bombardamento mediatico che ne consegue. Proprio di questo approfittano troll, hacker e altri detrattori, creando fake news e bufale che diventano virali in pochissimo tempo.

Bufale Coronavirus: la lista

Ecco la lista delle cinque fake news sul Coronavirus più diffuse:

  1. Virus creato in laboratorio;
  2. Esistenza di un vaccino;
  3. Come non trasmetterlo;
  4. Rimedi e soluzioni online;
  5. Falsi contagi.
Virus creato in laboratorio

Questa bufala è stata diffusa negli Stati Uniti sino a diventare un caso mondiale. Nello specifico, si sostiene che il Coronavirus Wuhan sia stato creato in un laboratorio e il brevetto in questione depositato presso l’Ufficio Brevetti degli USA: il brevetto esiste, ma si riferisce al Coronavirus che ha comportato l’epidemia di SARS nel lontano 2002.

Oltre a ciò, è circolata in rete una fantomatica foto dell’ingegnere chimico creatore del virus, poi smentita in quanto si tratta di Raul Alvarez, YouTuber spagnolo vittima in precedenza di accuse infondate come quella di aver appiccato l’incendio a Notre Dame o in Amazzonia. La bufala è stata peraltro smentita dalle principali organizzazioni di fact-checkers come Politifacts, Factcheckers.org e Lead Stories.

Esistenza di un vaccino

Altra balla epica da accantonare è la presunta esistenza di un vaccino. I detrattori sostengono l’esistenza di un vaccino per il Coronavirus, trasmessa da alcuni profili Facebook statunitensi e poi smentita da Lead Stories. Poi c’è chi crede che la diffusione del Coronavirus sia un escamotage creato ad hoc dalle case farmaceutiche per incrementare gli introiti derivanti dalla vendita del vaccino. È vera la scoperta dell’identità del genoma del virus, oramai di dominio pubblico, ma non esiste alcun vaccino in circolazione, considerando anche l’enorme tempo da dedicare alla sua creazione.

Come non trasmetterlo

Altra perla miliare che merita una particolare menzione è quella secondo cui il Coronavirus sia il risultato di un esperimento sfuggito di mano agli scienziati, poi diffusosi mediante un ricercatore infettato durante un incidente in laboratorio. Trattasi di una bufala colossale diffusa da un ex ufficiale dell’Intelligence israeliana in un’intervista al quotidiano statunitense Washington Post, rimbalzata anche sui media informativi nostrani. Tesi smentita grazie alle indagini condotte dai fact-checker italiani di Pagella Politica, dimostrando che l’ipotesi è infondata.

A ciò si collega la notizia secondo la quale il contagio avverrebbe tramite il cibo cinese; prontamente smentita in Italia da Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Di fatto, erano state specificate le razze animali che concorrerebbero alla trasmissione del virus all’uomo: serpenti, pipistrelli, suini e bovini. Attualmente non esiste alcuna certezza in merito.

Rimedi e soluzioni online

Il web dispensa consigli, soluzioni e rimedi in merito a tante problematiche, tra cui il Coronavirus. Bufala colossale diventata virale in un batter d’occhio. Basti pensare che a Taiwan il Fact-Chek Center ha rintracciato e categoricamente smentito almeno quattro rimedi preventivi falsi che circolavano sui social networks: etanolo, steroidi, acido acetico e acqua salata. In realtà, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha diramato una lista di suggerimenti da seguire, nonché le precauzioni da adottare per chi viaggia nei Paesi dove il virus è molto diffuso.

Falsi contagi

Ipoteci e infondati contagi in tutto il mondo hanno creato un allarmismo esagerato, dovuto alle segnalazioni fasulle. In Italia, l’allarme è scattato attraverso due messaggi vocali condivisi via WhatsApp in merito a un caso di Coronavirus al Pronto Soccorso di Lecce, poi smentito da Open. Le informazioni attendibili sulla diffusione del virus in Italia sono quelle diffuse dal Ministero della Salute. Per il momento si registra un caso sospetto a Napoli, dove sono in corso le analisi del caso.

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Veronica Mandalà

Palermitana di nascita, sono laureata in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo all'Università "La Sapienza" di Roma. Appassionata scrutatrice della realtà in tutte le sue sfumature, mi occupo di attualità, politica, sport e altro.
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