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Cosa cambia il 18 maggio con il decreto riaperture?

Il 18 maggio entra in vigore il nuovo decreto del Governo sulle riaperture. Ecco cosa cambia.

Il decreto sulle riaperture del Governo allenterà di molto le misure restrittive contro il Covid-19. Ecco cosa cambierà a partire dal 18 maggio.

Dal 18 maggio inizierà un nuovo capitolo della fase 2: infatti, dopo due settimane di ”rodaggio”, arriveranno maggiori riaperture. La novità più importante riguarda la possibilità di viaggiare fuori Regione a partire dal 3 giugno ma il nuovo decreto al vaglio del Consiglio dei Ministri conterrà indicazioni anche sulle riaperture delle attività commerciali e sulla mobilità interna alle Regioni.

Cosa cambia dal 18 maggio?

Dal 18 maggio sarà possibile muoversi all’interno della propria Regione di residenza senza limitazioni. Dalla bozza del decreto che sta circolando in queste ore si apprende che da lunedì dovrebbe venire meno l’obbligo del modulo di autocertificazione che potrebbe rimanere solo per gli spostamenti tra Regioni. Quindi si potranno raggiungere le seconde case, se situate nella stessa Regione di residenza, e non sarà più necessario giustificare ogni spostamento.

Questo allentamento permetterà probabilmente di riallacciare i rapporti anche con le persone che non rientrano nella categoria dei congiunti. Come anticipato, gli spostamenti tra Regioni resteranno consentiti solo per i soliti motivi di lavoro, salute o necessità fino al 3 giugno poi si riapriranno i confini ma ci sarà sempre la possibilità da parte delle Regioni di dichiarare delle zone rosse nel momento in cui dovessero accendersi nuovi focolai di contagio.

Cosa riaprirà il 18 maggio?

Il calendario delle riaperture dal 18 maggio in poi varierà da Regione a Regione. Il Governo ha emanato delle linee guida sulle misure di sicurezza da mantenere nelle varie attività ma sarà a livello locale che si deciderà come e quando riaprire.

È molto probabile che in molte Regioni già da lunedì si rialzeranno le saracinesche di molti negozi al dettaglio e di bar e ristoranti che dovranno seguire però rigide misure di sicurezza per lavorare con clienti presenti in locale. Al vaglio anche l’ipotesi di un obbligo di chiedere un’autocertificazione ai clienti in cui dichiarano di appartenere allo stesso nucleo familiare e quindi di poter sedere allo stesso tavolo.

In realtà, per quanto riguarda bar e ristoranti, si discute molto circa le norme da applicare. Il distanziamento tra i tavoli e gli obblighi di sanificazione dei locali limiteranno di molto la capacità operativa di attività che già dovranno fare i conti con la paura dei loro clienti. Qualcuno sembrerebbe più propenso a continuare con il solo asporto per non sobbarcarsi costi che sarebbero difficili da coprire ma, purtroppo, il ritorno alla normalità non arriverà a breve e quindi è possibile che alla lunga molti ristoratori si convincano a provare a convivere con questa nuova situazione.

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Emanuele Terracciano

Nato ad Aversa (CE) il 22 agosto 1994 e laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Salerno. Collaboro con i siti di Content Lab dal 2015 occupandomi di sport, politica e altro.
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