La Corte di Cassazione ha disposto il sequestro dei fondi della Lega. La decisione della suprema Corte è arrivata in risposta al ricorso dei magistrati di Genova, che si occupano del processo per la truffa sui rimborsi elettorali del 2012. “Ovunque venga rinvenuta qualsiasi somma di denaro riferibile alla Lega Nord – su conti bancari, libretti, depositi – deve essere sequestrata fino a raggiungere 49 milioni di euro, che sarebbero il provento della truffa allo Stato per la quale è stato condannato in primo grado l’ex leader leghista Umberto Bossi” è quanto chiede la Corte in merito al processo per truffa ai danni dello Stato.
La condanna di Umberto Bossi
Per l’accusa, nel periodo tra il 2008 e il 2010, sarebbero stati presentati rendiconti irregolari al Parlamento al fine di ottenere indebitamente fondi pubblici. Denaro poi utilizzato, quasi totalmente, per le spese personali della famiglia Bossi. Condannati anche i tre ex revisori contabili del partito Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi (rispettivamente a due anni e otto mesi, due anni e otto mesi e un anno e nove mesi) e i due imprenditori Paolo Scala e Stefano Bonet (cinque anni ciascuno). Tutti sono accusati di truffa ai danni dello Stato.
Condanna Cassazione: risposta della Lega
“Siamo stupiti di apprendere dalle agenzie, prima ancora che dalla cassazione, le motivazioni della sentenza per cui dovrebbe proseguire il sequestro relativo a 48 milioni di euro di rimborsi elettorali. Forse l’efficacia dell’azione di governo della Lega da fastidio a qualcuno, ma non ci fermeranno certo così. Consci della totale trasparenza e onestà con cui abbiamo gestito il movimento, con bilanci da anni certificati da società esterne. Non avendo conti segreti all’estero, ma solo poche lire in cassa visti i sequestri già effettuati, sarà nostra premura portare in monetine da 10 centesimi al tribunale di Genova tutto quello che abbiamo raccolto come offerte da pensionati, studenti e operai durante il raduno di Pontida”. Questa la replica di Giulio Centemero, deputato della Lega e amministratore del partito. “Quei 49 milioni di euro non ci sono, posso fare una colletta, ma è un processo politico che riguarda fatti di 10 anni fa su soldi che io non ho mai visto” ha contestato il leader del Carroccio, Matteo Salvini.