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Siria, Macron: “Abbiamo la Prova delle Armi Chimiche”

L’enfant prodige ne è convinto: << Abbiamo la prova che la settimana scorsa sono state utilizzate armi chimiche in Siria da parte del regime >>. Non usa mezzi termini il presidente Macron durante un’intervista di qualche ora fa tenuta da TF1. << E’ stato usato almeno del cloro – dice, ed aggiunge – la Francia non permetterà che si verifichi un’escalation e Parigi prenderà decisioni a tempo debito, nel momento più utile ed efficace. >> “Decisioni a tempo debito”. “Nel momento più utile ed efficace”. Che cosa significa?

Proprio oggi, a seguito di un incontro ufficiale svoltosi nel palazzo di Damasco, anche il presidente Assad era stato intervistato, ma aveva rilasciato dichiarazioni piuttosto differenti, che davavano a intendere un disegno internazionale tracciato a sue spese. << Le minacce occidentali alla Siria rientrano nel piano di screditare la lotta al terrorismo compiuta dal governo siriano e dai suoi alleati, Russia e Iran. Ogni volta che si compiono dei successi militari sul terreno, arrivano alcune potenze occidentali che cercano di cambiare gli eventi. >>

Sembra quasi di sentire le versioni opposte dei due coniugi signora Flora e signor Ponza nella pirandelliana “Così è Se Vi Pare”. Non è però con una risata finale che a Bruxelles hanno affrontato la questione. L’Unione Europea ha deciso di prendere una posizione netta, che non ammette ripensamenti, incolpando Assad della crisi internazionale che si sta consumando e degli attacchi a Douma. Tuttavia, a differenza del giovane premier francese, ha scelto di non utilizzare la parola “prove”, ed ha parlato di “indicazioni”.

Maja Kocijancic, portavoce della commissione europea, ha oggi in conferenza stampa dichiarato che << tutte le notizie e tutte le indicazioni che abbiamo puntano nella direzione del fatto che armi chimiche siano state usate in quell’attacco >>.
<< Ribadiamo la forte necessità che i responsabili in Siria rispondano dei crimini di guerra commessi e in particolare dell’uso di armi chimiche, che è un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità >>. Parole certamente condivisibili, in parte perfino già sentite, ma che chiaramente lasciano ancora quel retrogusto di “non definitivo” sulla vicenda.

Forse è per questo che Macron, pur nella sicurezza delle sue dichiarazioni, ha parlato di “tempo propizio”. Forse c’è bisogno di prendere tempo senza però darne l’impressione.
In questa brezza, sembra muoversi anche il ciuffo biondo di The Donald che dal solito account twitter tuona << non ho mai detto quando un attacco alla Siria avrebbe avuto luogo. Potrebbe essere molto presto o non così presto! In ogni caso, gli Stati Uniti, sotto la mia amministrazione, hanno fatto un ottimo lavoro per liberare la regione dall’ISIS >>. E modestamente conclude: << Dov’è il nostro ‘Grazie America’? >>

Più decisa rispetto ai due capi di stato è certamente la NATO con il segretario generale Jens Stoltenberg, che a seguito delle rivelazioni fa sapere che << i responsabili ne pagheranno le conseguenze; l’ultimo attacco è stato orrendo, con decine di persone uccise, compresi molti bambini. Sono in corso consultazioni tra gli alleati della Nato su come rispondere all’attacco >>.

Categorica sull’astensione della Germania da un qualsiasi coinvolgimento militare, è invece la Merkel, che in conferenza stampa assieme al premier danese ribadisce << la Germania non prenderà parte ad eventuali azioni militari in Siria, nel caso in cui ve ne siano, anche perché ancora non è stato deciso nulla – ma tuttavia afferma anche che – vuole assicurarsi che ogni sforzo venga fatto per dimostrare che questo attacco con armi chimiche non è accettabile >>.

L’unica certezza a parte tutte queste dichiarazioni, è che l’OPAC, l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, non si riunirà per una consultazione seria fino a lunedì prossimo. Solo allora si discuterà del presunto attacco con armi chimiche avvenuto a Douma venerdì scorso, e solo allora le indicazioni della Kocijancic potranno eventualmente convertirsi nelle prove di Macron.

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