Elezioni Politiche 2018: Analisi del voto e possibili scenari
Mentre ancora proseguono le operazioni di spoglio delle schede elettorali, possiamo già fare una prima analisi del voto degli italiani.
Partiamo dall’affluenza alle urne che stata del 73,1%, in calo di due punti rispetto alle elezioni politiche del 2013 (in quell’anno si votò per due giorni, ndr.).
Come dai primi exit pool il Movimento 5 Stelle si conferma il primo partito in Italia con il 32,31 % alla Camera e il 31,96 % al Senato.
Nel centrodestra il confronto testa a testa tra Lega e Forza Italia, viene vinto dalla lista del Carroccio che si afferma con il 17,95% al Senato ed il 17,75% alla Camera, mentre il partito di Berlusconi riesce ad attestarsi al 13,92% alla Camera e 14,42 al Senato.
Anche Fratelli d’Italia cresce: Giorgia Meloni ha raddoppiato i suoi voti dal 2013 (quando ottenne meno del 2%) portandosi portandosi al 4,20% sia alla Camera che al Senato.
Chi invece ne esce sconfitto, con un risultato al di sotto di ogni previsione è il PD che alla Camera e al Senato non riesce nemmeno a sfondare la soglia del 20%: rispettivamente 18,91 alla Camera e 19,27 al Senato (è di queste ore l’indiscrezione che Matteo Renzi stia meditando di rassegnare le dimissioni da segretario del partito, ndr).
Liberi e Uguali di Pietro Grasso raggiunge a fatica la soglia del 3%.
Secondo questi ultimi dati al centrodestra andrebbero trai 250-260 seggi alla Camera e 130-140 seggi al Senato. Al M5S andrebbero, 230-240 seggi alla Camera e 110-120 seggi al Senato. Molto indietro il centrosinistra guidato dal Pd con circa 110-120 seggi alla Camera e 45-55 seggi al Senato. La maggioranza politica necessaria alla Camera è 316 seggi, mentre al Senato e di 158 seggi. Questo, in sintesi, il risultato del voto per le Politiche 2018.
Gli scenari post voto
Alla luce dell’esito del voto, i tre scenari possibili principali per l’Italia sono i seguenti: governo di larghe intese a guida centro destra con l’appoggio di esterni in stile tedesco, un’asse tra Movimento 5 Stelle e Lega, oppure il ritorno alle urne.
In tutti i casi resta una forte incertezza sul Mercati Finanziario. Questa mattina Piazza Affari ha aperto in ribasso e il titolo Mediaset è il peggiore della giornata con un ribasso quasi del 6%, e non va meglio al titolo del Monte Paschi Siena che prima di essere sospeso per eccesso di ribasso era quotato sotto la soglia del 4%.
Non a caso questi due titoli sono stati presi di mira dal mercato azionario: soffrono evidentemente della débâcle elettorale patita dal partito di Berlusconi e dal PD di Renzi e più in generale della sinistra.
Inoltre, dopo il voto di ieri, stamattina l’euro e sceso sotto 1,23 dollari. Insomma i Mercati internazionali e gli osservatori esteri non ignorano che l’Italia in un recente futuro possa attraversare un periodo di instabilità, e c’è anche da fare i conti con la possibilità concreta e reale di una coalizione tra M5S e Lega, che nei loro programmi hanno ben sei punti in comune.
Ma il vero banco di prova ci sarà il 23 marzo quando, cioè verrà convocata la prima seduta delle Camere e si dovrà decidere sulla nomina dei rispettivi Presidenti di Camera e Senato. Vogliamo ricordare che le modalità di elezione dei due presidenti sono diverse: al Senato se dopo tre votazioni a maggioranza non si elegge nessuno, si procede con una quarta votazione che è un ballottaggio tra i primi due classificati nel terzo scrutinio.
Alla Camera invece la situazione è più complessa. La ricerca del Presidente può andare avanti con tempi più lunghi perchè dopo un primo scrutinio con il quorum dei due terzi degli aventi diritto, si passa a un quorum dei due terzi dei votanti e, dal quarto scrutinio, alla maggioranza assoluta.
Due nomi già trapelano, ma sono indiscrezioni: per la Camera Roberto Fico. per il Senato Roberto Calderoli.