Salute

Cosa significa Asociale? Definizione, Sinonimi e Contrari

Cosa significa realmente essere asociali? Ecco una definizione dettagliata di questo tipo di parola che può avere diversi significati.

Asociale, per la Treccani, è colui che è ”privo di sentimento della socialità, insensibile ai motivi e ai problemi sociali”. In psicologia l’asocialità è definita come una disturbo evitante di personalità.

I lunghi e difficili mesi di lockdown hanno messo a dura prova l’equilibrio psichico di ognuno di noi. Al di là dei giusti tentativi di distrazione che ogni persona ha trovato, è ovvio che l’isolamento forzato e l’assenza di relazioni umane in presenza hanno avuto effetti non positivi sui singoli e sulla società. Non è facile adesso tornare alla vita sociale di prima e molte persone stanno avvertendo un senso di spaesamento e di paura nel ritorno alla normalità.

La parola asociale sta diventando molto familiare a tutti poiché esprime un concetto in cui, chi più chi meno, ci rivediamo tutti in questo periodo. La definizione della Treccani ci parla di un’assenza di sentimento della socialità ma forse è il caso di approfondire meglio questo concetto.

Cosa significa essere asociale?

Essere asociale, in linea generale, significa rifiutare le relazioni sociali ed essere restii all’instaurazione di rapporti con altre persone. In realtà l’asociale non è colui che non sente desiderio di relazionarsi agli altri, anzi, alla base della sua sofferenza c’è proprio la sua quasi impossibilità ad avere una vera e propria vita sociale.

Un soggetto asociale ha paura di relazionarsi ad altre persone perché teme il giudizio che queste ultime. In sostanza vorrebbe avere una vita relazionale soddisfacente come tutti ma è convinto che gli altri possano farsi solo un’opinione negativa di lui e quindi evita di ampliare i suoi contatti rifugiandosi nelle relazioni che gli danno maggiore sicurezza come quelle con i parenti più stretti.

Sinonimi e contrari di asociale

I contrari di asociale, sempre secondo la Treccani, sono aperto, estroverso, sociale, socievole e tutte quegli aggettivi che possono connotare una persona molto propensa alla vita sociale. A livello di sinonimi il dizionario ci cita introverso, emarginato e finanche disadattato, termini che sicuramente indicano un concetto simile a quello di asociale ma che, probabilmente, hanno connotazioni più cupe e, magari, anche offensive.

Siamo tutti asociali?

Tante delle persone che stanno leggendo quest’articolo a poche settimane dalla fine del lockdown si staranno chiedendo se la lunga quarantena non ci abbia ridotti un po’ tutti a essere asociali. Senza avventurarsi in considerazioni di psicologia spicciola, è evidente che per essere definiti asociali non possa bastare una certa dose di timidezza o il piacere di trascorrere del tempo da soli.

L’isolamento per il Covid-19 ha accelerato ancora di più la ”digitalizzazione” della nostra socialità. La clausura forzata ha costretto tutti a prendere atto che i mezzi digitali non sono nemici della socialità ma, anzi, possono essere un importantissimo strumento per tenere vive relazioni in un mondo che si sta allargando sempre di più e in cui è sempre più difficile tenere fisicamente il nostro cerchio dei contatti stretto intorno a noi.

Come visto, l’asociale è caratterizzato da una forte insicurezza di base che lo spinge a evitare di relazionarsi agli altri perché convinto di essere inadeguato. La presunta asocialità di cui tanto si parla a proposito del post Covid-19 è legata a un’insicurezza di tipo diverso legata più che altro alla paura di quello che il mondo fuori casa potrebbe riservarci.

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Emanuele Terracciano

Nato ad Aversa (CE) il 22 agosto 1994 e laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Salerno. Collaboro con i siti di Content Lab dal 2015 occupandomi di sport, politica e altro.
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