Politica

Governo 2018: Mattarella ci vuol pensare

Archiviata la giornata di ieri con l’incontro dei leader della Lega e del Movimento 5 Stelle, oggi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è preso una giornata di riflessione per valutare se dare l’incarico di presidente del Consiglio dei Ministri al prof. Giuseppe Conte per la formazione del nuovo governo giallo-verde.

Quindi, in mattinata il Capo dello Stato ha ricevuto i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, rispettivamente alle 11 e alle 12, per informarli degli sviluppi della situazione e ascoltare le loro valutazioni. Uscendo dallo studio presidenziale i due presidenti non hanno rilasciato dichiarazioni.

Mattarella non poteva mettere la firma su “un pacchetto” già chiuso, bello e confezionato. Non può prescindere dall’esercizio dei suoi poteri, nè può derogare al rispetto delle norme contenute nella carta Costituzionale. Altra considerazione da fare è valutare se questo programma di governo sia rispettoso delle regole europee, con riferimento soprattutto agli impegni internazionali, ed abbia in considerazione la situazione economica e sociale in cui versa il Paese.

Ieri dopo il colloquio con il Capo dello Stato, uscendo dallo studio del Quirinale, i due leader politici si sono preoccupati di ribadire, a chi li ascoltava, di aver rispettato le regole e le istituzioni, e cercando soprattutto di tranquillizzare i partners europei.

Alla luce di quanto è accaduto ieri, tutto fa pensare che  il Quirinale non resterà passivo sulle linee fondamentali di politica estera ed economica quando si passerà formalmente alla costruzione della squadra di governo. Inoltre, Mattarella ha ricordato a Lega e Cinque stelle l’importanza cruciale del ruolo che la Costituzione assegna al Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso l’articolo 95, cioè che il presidente del Consiglio non è una comparsa in commedia: infatti è lui che dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri. E non viceversa.

Intanto, registriamo una nota del reggente del Pd Maurizio Martina, il quale ha così commentato: “Benvenuti nella realtà a Di Maio e Salvini, hanno scoperto che i presidenti del Consiglio sono nominati dal presidente della Repubblica” – e aggiunge – Dopo aver giocato per anni con la propaganda facile attaccando fantomatici ‘governi non eletti dal popolo’, hanno scoperto ora che tutti i presidenti del Consiglio sono nominati dal presidente della Repubblica, che servono le intese e che i governi devono ottenere la fiducia dal Parlamento. Per anni hanno sparso falsità, ora si accomodano nella realtà. Che almeno questo serva a non fare altri danni verso il Paese raccontando ancora queste bugie”.

Non siamo ancora giunti alla quadratura del cerchio, alla soluzione definitiva del rebus del governo. Certo, dopo che ieri  Matteo Salvini e Luigi Di Maio, sono saliti al Colle dal Presidente della Repubblica con i nomi del premier da indicare, Giuseppe Conte, e dei ministri da nominare sulla base degli accordi raggiunti, fa pensare che ormai mancano davvero pochi metri al traguardo. Ma quei pochi metri non potranno essere percorsi velocemente.

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Antonio Caporaso

Antonio Caporaso è nato a Salerno, vive a Portici. Laureato in Giurisprudenza, è fotoreporter dal 1990. Insieme con Jacopo Naddeo, dal 2016 ha costituito un laboratorio per le arti fotografiche in Pellezzano (Sa). Ha partecipato a numerose mostre e concorsi fotografici. Scrive libri e collabora con alcune riviste e case editrici nazionali.
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