Cinema

Life, animated, Recensione del Film Documentario di Roger Ross Williams

Life, animated, non ci sono personaggi secondari, è una storia bellissima e particolare raccontata dal regista Roger Ross Williams con Jonathan Freeman, Gilbert Gottfried e Owen Suskind. La nostra recensione di un film davvero spettacolare.

E’ la storia del giovane Owen Suskind, affetto da autismo, ma capace di trovare un canale di comunicazione grazie ai classici Disney. Il film ha ricevuto una candidatura ai prossimi premi Oscar 2017 nella sezione documentari. La storia di Owen Suskind inizia quando all’età di tre anni inizia a manifestarsi la sua malattia, che lo farà regredire nelle sue facoltà cognitive fino a farlo rinchiudere in un suo mondo, isolato dal mondo esterno e quasi incapace di esprimersi se non attraverso un borbottio e con la sola compagnia dei classici Disney.

Un giorno il papà di Owen, Ron Suskind, si accorse che c’era un modo per comunicare col figlio ed era quello di parlare come i personaggi dei film Disney, gli unici con cui Owen interagiva. Si era così aperta una breccia nel muro dell’ autismo, i personaggi Disney permettevano a Owen di esprimere le sue emozioni. Il regista Roger Ross Williams ha fatto di questa incredibile storia un film documentario di 91 minuti e ne ha colto l’essenza più importante, grazie anche all’aiuto del papà di Owen , che gli ha portato tutti i filmati che lui aveva fatto al figlio. Il regista ha raccontato il momento del passaggio del ventitreenne Owen che lascia la sua famiglia per andare a vivere in una casa dove potrà gestirsi da solo ed in quel momento del trasloco l’unica preoccupazione di Owen è stata dove si trovavano le sue adorate cassette per vedere i film Disney. Questo è un passaggio davvero importante per capire tutta la psicologia del ragazzo.

Il regista non ha voluto fare un film documentario pietoso o strappalacrime, ma ha voluto trasmettere un messaggio di speranza e fiducia, e sottolineare che c’è sempre una possibilità di comunicare con chi è affetto da autismo. La storia di Owen ha riportato il cinema alla sua natura di base che ha un linguaggio universale che è fatto di emozioni trasmesse e di sguardi, non di parole. Owen ha saputo riflettere se stesso e le sue sensazioni attraverso i personaggi Disney e questo è il messaggio del film documentario.

 

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