Sport

Notizie Pallavolo maschile, Intervista a Iacopo Botto della Gi Group Monza

Intervista esclusiva a Iacopo Botto, banda della Gi Group Monza, che attualmente occupa la settima posizione della classifica di Serie A1 maschile di PallavoloNato a La Spezia il 22 settembre del 1987, Iacopo inizia a giocare a pallavolo da molto piccolo, a 15 anni si trasferisce a Cuneo per inseguire il suo sogno e nel 2006, giovanissimo esordisce nella massima serie.

Da ormai 5 stagioni gioca per la squadra monzese di cui è anche il capitano. Iacopo ha l’aspetto del classico bravo ragazzo ed in effetti lo è. Fuori dal campo sempre educato e disponibile con i tanti fans (anche con la sottoscritta in occasione di questa intervista) ma dietro i suoi occhioni blu c’è tanta grinta, tanta voglia di portare in alto la sua squadra, tanta passione per la pallavolo e il sogno di tornare a vestire presto la maglia azzurra.

In campo è un guerriero che non si arrende fino all’ultimo punto dell’ultimo set, con una grandissima cattiveria agonistica ma sempre nel rispetto del suo avversario e del fairplay. Iacopo fin da piccolo ha scelto di innamorarsi di uno Sport che raramente è la prima scelta tra i bambini, ma tra sacrifici e rinunce non ha mai smesso di credere che un giorno sarebbe diventato un giocatore di Serie A, anche quando un brutto infortunio lo ha messo a dura prova.

Cominciamo da cose semplici. Quinta stagione di fila a Monza, capitano e vera e propria bandiera della squadra. Nell’ultima stagione sei stato anche il miglior realizzatore della squadra e il miglior ace man. Come sta andando il campionato? Ti senti soddisfatto?

Diciamo che si può fare sempre meglio…a parte gli scherzi sono molto contento, stiamo disputando una ottima stagione. Abbiamo lasciato qualche punto per strada ma credo che possiamo essere soddisfatti di quello che stiamo facendo.

Quali sono a questo punto della stagione gli obiettivi che come squadra vi siete prefissati di raggiungere? E il tuo obiettivo personale?

Ad inizio stagione ci siamo prefissati l’obbiettivo play-off, ma ovviamente non ci accontentiamo di entrare solo nelle 8 ma vogliamo avere il miglior piazzamento possibile. Per quanto mi riguarda punto a fare sempre meglio partita dopo partita e sarebbe bello poter indossare nuovamente la maglia azzurra.

Parliamo un po’ di te. La pallavolo non è il classico sport che i bambini decidono di praticare, di solito prima viene il calcio, poi forse il basket e poi tutto il resto. La pallavolo per qualche motivo viene spesso, erroneamente, etichettato come uno sport più femminile. Tu quando hai deciso che volevi giocare a pallavolo e come mai? E non rispondermi che guardavi Mila&Shiro perché non mi accontento.

Diciamo che è da quando sono nato che sono nel mondo della pallavolo, in famiglia si è sempre praticato questo sport. Mio padre era stato giocatore e dirigente della squadra della mia città e mio fratello ha giocato per 25 anni a pallavolo e ora allena, quindi mi sono appassionato ed ora è il mio lavoro.

Avevi un idolo sportivo? Tipo in “sognando Beckham” la protagonista aveva il poster del suo idolo, tu avevi qualche poster appeso alla parete di camera tua? E adesso hai ancora un modello a cui ti ispiri? Anche non per forza in ambito pallavolistico.

Ad essere sincero non ho mai avuto da piccolo un vero e proprio idolo, ma da buon tifoso interista ho sempre avuto ammirazione per il “fenomeno” Ronaldo. Invece ora il mio idolo sportivo è Alex Zanardi, per aver dimostrato che anche nei momenti di maggior difficoltà non bisogna mollare e lui ha ottenuto grandi risultati.

Lo sport vuol dire prima di tutto sacrificio. Immagino che tante volte durante l’adolescenza ti sia capitato di dover dire “no ragazzi oggi non posso uscire ho allenamento” oppure “no, questo sabato niente cinema, ho la partita”. Quanto ha inciso e quanto incide la pallavolo nella tua vita?

Quando si vuole arrivare a giocare a questi livelli sicuramente bisogna fare molti sacrifici, ma sono sacrifici che nel tempo vengono ripagati. A me personalmente non ha mai pesato andare ad allenarmi o andare in trasferta il sabato sera. Mi ritengo fortunato a fare come lavoro ciò che mi piace.

Tra l’altro tu sei nato a La Spezia, ma per giocare fin da piccolo hai dovuto lasciare la tua città. Com’è stato? E adesso che ormai sei “grandicello” ti manca ancora casa? So che il Vero Volley è stata un po’ la tua seconda famiglia ma ci sono dei giorni in cui vorresti vedere dalla finestra il tuo mare?

Ho lasciato casa mia molto presto, a 15 anni mi sono trasferito a Cuneo, ho lasciato famiglia e amici ma sapevo anche che quello sarebbe stato l’unico modo per poter esaudire il mio sogno, ovvero quello di poter arrivare a giocare in serie A. I primi periodi non sono stati facili, ero in un mondo completamente nuovo, lontano dagli affetti più cari ma questa esperienza mi ha fatto maturare più velocemente. Ora sono a Monza da 5 anni e la posso definire la mia seconda casa, ma il mio cuore rimane a spezia, ancora di più adesso che ho comprato casa, da un annetto, e infatti appena posso torno giù per respirare aria di mare.

Quali sono stati i 3 momenti più belli della tua carriera pallavolistica?

I tre momenti più belli della mia carriera sono stati: l’esordio da titolare in A1 con Cuneo a 19 anni, la promozione in A1 con Monza, aver indossato la maglia della Nazionale.

La pallavolo, come ogni sport, però oltre alle tante gioie che ti ha regalato, ti avrà dato anche qualche piccolo dolore, e non parlo solo delle piccole distorsioni alle caviglie o il tuo passato infortunio al ginocchio. Ci sono stati dei momenti in cui hai pensato di mollare? Cosa ti ha fatto scegliere di continuare?

L’unico momento in cui ho pensato di lasciare il mondo della pallavolo è stato proprio dopo l’infortunio al ginocchio perché non riuscivo a guarire. E’ stato un calvario durato 2 anni. Per fortuna avevo intorno persone che mi hanno dato fiducia, sostenuto e hanno “aspettato” il mio pieno recupero.

Nella tua bellissima carriera c’è qualche rimpianto? Un’occasione persa, un obiettivo che non hai raggiunto?

A livello di successi ho il rimpianto di non aver conquistato la Coppa Italia di A2 nella stagione 2013/2014, per il resto sono soddisfatto della mia carriera.

C’è ancora un sogno pallavolistico nel tuo cassetto che vuoi realizzare?

Il sogno nel cassetto è quello di vincere lo scudetto.

Se non fosse lo schiacciatore della Gi Group Monza, chi sarebbe adesso Iacopo Botto?

Vivendo al mare barche, yachts e navi mi hanno sempre affascinato e per questo mi sarebbe piaciuto diventare un perito navale. Ma la mia carriera pallavolista non mi ha permesso di intraprendere questi studi.

Cosa vedi nel tuo futuro? Ovviamente ci auguriamo di vederti su quel campo ancora per tanti anni, ma se dovessi pensare ad un dopo dove ti vedresti? Magari una carriera da allenatore?

Innanzitutto spero che la carriera da giocatore duri ancora un po’, ma una volta finita spero di rimanere nell’ambiente pallavolistico. Per adesso di fare l’allenatore non è nei miei pensieri però mai dire mai, infatti sto prendendo il tesserino da allenatore.

Ora immagina di dover convincere un bambino/ragazzo a scegliere il tuo sport cosa gli diresti?

Gli direi che è uno sport sano e pulito, uno sport di squadra e per questo ha la possibilità di conoscere tante persone e la possibilità di coltivare nuove amicizie.

Avrei voluto farti 11 domande come il tuo numero di maglia, ma erano troppo poche. Ora siccome 13 porta sfortuna ci vuole un’ultimissima domanda, il tuo piatto preferito?

Ce ne sarebbero tanti, amo molto la cucina ma da buon ligure che sono non posso tradire le Trofie al pesto.

 

Tag

India Bongiorno

Dottoressa in Giurisprudenza, Avvocato praticante e (ormai) ex pallavolista. Sto ancora studiando per realizzare il mio sogno di diventare Magistrato,ma la grande passione della mia vita è sempre stata il calcio,l'unico vero amore il mio Milan. Cresciuta a pane volley e partite di pallone, ho sempre amato scrivere ciò che mi passava per la testa...prima o poi scriverò un libro ma per ora mi dedico a scrivere delle cose che mi piacciono.
Back to top button
Close
Close