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Roberto Zanda: “Correrò nel deserto della Namibia”

Il freddo dell’Alaska gli ha portato via tutti e quattro gli arti, ma non la voglia di avventura. E Roberto Zanda è già pronto al ritorno alle gare estreme. L’ironman della Sardegna non ha perso il coraggio e la determinazione e, dopo essere tornato a camminare con due protesi di titanio e a muovere le mani con una protesi che permette ben 36 gesti diversi, non vuole assolutamente starsene a casa di fronte alla televisione.  “A dicembre uscirà un libro sulla mia vita – ha dichiarato l’ultrarunner-, mentre dal punto di vista sportivo ho ricevuto diverse proposte da società sportive che si occupano di sport per disabili, ma io voglio capire come rispondono le mie protesi a contatto con la sabbia. Infatti ho in progetto l’ultramarathon del Deserto della Namibia“. Non prima di essere rientrato nella sua isola: “Prima tornerò in Sardegna per riposarmi un po’ e fare qualche cena alla “sarda”.

L’ultima impresa rischiò di essergli fatale: durante la Yukon Arctic Ultra in Alaska, su un tracciato di 480 km dove la temperatura percepita raggiunge i -35 gradi, Zanda perse l’orientamento quando si trovava al secondo posto, finendo per cadere dentro un fossato. Dopo aver vagato per un giorno a circa -50 gradi senza guanti e senza scarpe, venne ritrovato e portato con un urgenza all’unità d’emergenza per congelamento estremo di Aosta. Qui Zanda ha dovuto subire l’amputazione sia degli arti inferiori che di quelli superiori, una scelta dolorosa che non ha però scoraggiato il maratoneta. Infatti, grazie al lavoro dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide di Torino congiunto con quello dell’ospedale CTO della Città della Salute del capoluogo piemontese, Zanda ha ripreso a camminare e usare le mani grazie a delle protesi altamente specializzate. Con cui, a quanto pare, l’ironman non ha avuto problemi ad abituarsi:”Servono sei mesi di riabilitazione per riuscire a muovere la mano bionica come sta facendo Zanda – ha spiegato il Dottor Bruno Battiston, Direttore della Struttura di Chirurgia della mano e arto superiore dell’ospedale CTO -, ma la mano è arrivata solo la scorsa settimana. Ha compiuto progressi incredibili: lui è un paziente fantastico”.Non si ferma quindi Roberto Zanda, pronto a far sventolare la bandiera dei “Quattro Mori” al termine di un’altra delle sue imprese estreme.

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