Sanremo 2018: il racconto della seconda serata
Archiviata la prima serata con un ottimo 52% di share, la seconda si apre con un colpo di scena: il duo Ermal Meta-Fabrizio Moro, non si esibisce. Pare che la canzone presentata a questo Festival sia la stessa scartata due anni prima e poi pubblicata dallo stesso autore e già ascoltata fuori festival, ma questa mattina i due sono stati riammessi in gara.
Le nuove proposte
Tralasciando il duetto d’apertura di Hunzinker e Baglioni, comincia la gara delle “nuove proposte”. Si esibiscono i primi quattro, nell’ordine: Lorenzo Baglioni, e la sua “Il congiuntivo”, Giulia Casieri con il brano “Come stai”, i Mirkoeilcane con “Stiamo Tutti bene”, infine Alice Caioli con “Specchi rotti”.
Il mio personale apprezzamento va a Mirkoeilcane, il suo brano è assolutamente il migliore dei quattro. Originale nel testo e buona la musica, e poi, lasciatemelo dire, la sua interpretazione è credibile.
I big in gara
Quindi è la volta dei big. Il secondo ascolto, come spesso avviene, è migliore del primo. Forse sono loro stessi che dopo il debutto si sentono più tranquilli. La canzone di Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico è orecchiabile e molto sanremese. Ron, meno emozionato di ieri canta con più convinzione il testo scritto da Dalla. L’emozione tra il pubblico è palpabile, anche se la regia inquadra poche volte la galleria e sempre con totali lunghi. Una menzione a parte merita la canzone di Diodato e Roy Paci: un testo bellissimo reso ancora di più dagli arrangiamenti e poi una troba protagonista di una canzone non si sentiva dai tempo immemorabile.
Gli ospiti
Ma il vero show lo fanno gli ospiti. Inizia IL VOLO, i tre ragazzi già ultra settantenni, che propongono il loro pop-lirico che tanto piace ad americani, giapponesi e australiani e fa vendere a loro e alla Universal tanti dischi.
Stendo un velo pietoso sull’interpretazione della canzone di Endrigo; come anche il duetto con Baglioni, “La vita è adesso” è stato piuttosto scadente e qui verrebbe da aggiungere: “nessuna novità sotto il cielo sanremese”.
Invece sul palco arriva Pippo Baudo che si riappropria del Festival. Il conduttore ripercorre con emozione, ironia e qualche sferzante nota critica i cinquant’anni della Kermesse canora che lo ha visto protagonista indiscusso per ben 13 volte. “Il baudismo”, il suo modo di condurre, è stato accettato anche dall’Accademia della Crusca, e poi detiene ancora il record d’ascolti del Festival: ben il 74%, circa 17 milioni di telespettatori.
Sting prima canta in Italiano. e poi duetta con Shaggy. Presentano una canzone orecchiabile, carina che per l’estate prossima sentiremo spesso. Non mi ha trasmesso particolari emozioni.
Poi è la volta di Antonacci altro duetto con Baglioni: “Mille giorni di te e di me”, la canzone presenta molte insidie, perciò in parte giustifico le storpiature di Antonacci, ad onor del vero, ha un registro musicale davvero notevole, una delle migliori canzoni di Baglioni.
Il prof. Vecchioni regala al Festival l’energia della canzone d’autore. Bella la sua frase ; “Le canzoni, quelle vere, sono fiori che si regalano ogni giorno” ed aggiunge “Sanno donare consolazione affetto amore passione desiderio speranza. Forse – dice il prof – le canzoni non sono poesie ed io vi dico che non me ne frega niente di essere un poeta: voglio essere uno scrittore di canzoni”.
Ormai è notte fonda quando sul palco viene Franca Leosini nel ruolo, leggendario, di se stessa. Mi riferiscono che quando è passata per la sala stampa del Festival c’è stata una vera e propria ovazione. Il nuovo “Storie Maledette torna su RAI TRE a marzo.
All’una di notte, per finire il Mago Forest, come sempre divertente ed originale.
Il difetto di questo festival è l’ estenuante lunghezza che finisce con l’addormentare il pubblico di casa ma anche quello presente all’Ariston e di annoiarlo.
Ah, dimenticavo di segnalare che la mia canzone preferita tra i big è sicuramente quella di Max Gazzè “La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno” che ascolteremo questa sera.