Attualità

Quando arriverà la seconda ondata di coronavirus in Italia e in Europa?

L’OMS lancia l’allarme e avverte l’Unione Europea alle prese con un aumento dei contagi negli ultimi giorni

Bisogna prepararsi al peggio. Secondo l’OMS per la prima volta da mesi in Europa tornano a risalire i casi positivi.

I nuovi focolai e l’aumento dei positivi preoccupano le autorità sanitarie globali che chiedono ai cittadini di non abbassare la guardia per scongiurare l’incubo di un nuovo lockdown.

In Europa si teme un ritorno dell’epidemia da coronavirus. Nonostante le misure fin qui adottate e i sacrifici sostenuti dalla popolazione durante i terribili mesi del lock down il covid-19 non è stato sconfitto. Negli ultimi giorni l’aumento dei casi in Europa ha fatto riaffiorare la paura di una nuove emergenza sanitaria. Uno scenario che tutti speravano di aver messo alle spalle.

Il ritorno alla normalità si è scontrato con una realtà spietata, che numeri alla mano, dice che il virus circola ancora, seppur in maniera ridotta rispetto al recente passato. La temuta seconda ondata è prevista per l’autunno, ma cosa dovesse succedere se i casi dovessero continuare a salire?

Prepararsi alla seconda ondata

È questo il mantra che viene ripetuto. Non bisognerà più farsi trovare impreparati e prepararsi al ritorno del coronavirus. Hans Kluge, direttore della sezione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha richiamato l’attenzione sull’impennata di contagiati in 11 stati europei. Un allarme che se trascurato potrebbe compromettere i sacrifici fin qui fatti e spingere nuovamente il sistema sanitario al collasso.

Bisogna dunque prepararsi al peggio? Secondo Kluge una seconda ondata è in arrivo per questo autunno, ma non per questo adesso bisogna vanificare gli sforzi sostenuti in piena emergenza. La prima ondata non è ancora finita e l’aumento di questi giorni ne è la dimostrazione empirica. Nel continente europeo si contano 20 mila nuovi casi con oltre 700 decessi al giorno. Un dato che dovrebbe far riflettere tutti sulla natura e la capacità di diffusione del covid-19.

A preoccupare sono soprattutto la Svezia, la Moldavia, l’Albania, la Bosnia e l’Ucraina. Purtroppo anche in Germania e Italia sono emersi dei nuovi focolai negli ultimi giorni che hanno inciso pesantemente sulle statistiche e sul trend generale.

Per Hans Kluge:<< Ancora oggi abbiamo picchi di contagi in molti paesi. Siamo ancora nella prima ondata, ma dobbiamo prepararci per l’autunno, quando il covid-19 incontrerà l’influenza stagionale e polmoniti. Il virus circola ancora attivamente, e non abbiamo farmaci e vaccini specifici efficaci>>.

Purtroppo vi è un precedente storico che non fà ben sperare e riguarda l’epidemia dell’influenza Spagnola. Questo virus si diffuse in tutto il mondo tra il 1918 e il 1920 provocando la morte di 500 milioni di persone. Anche la Spagnola durante il periodo estivo subì un calo di contagi e pericolosità salvo tornare a manifestarsi più letalmente a settembre.

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