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Europei di Basket, Lituania-Italia 78-73: non basta un grande Datome

Un’Italia tutta cuore, nonostante un super Gigi Datome, non ha potuto nulla al cospetto della maggior classe dei lituani perché, per onestà dobbiamo ammetterlo, la Lituania si è dimostrata di un livello superiore rispetto ai nostri ragazzi, non tanto per aver fatto giocate migliori ma per aver fatto molti meno errori banali.

Una buona Italia, soprattutto nella prima parte del primo-quarto, è riuscita a chiudere la prima frazione sul punteggio di perfetta parità (23-23). Nel secondo tempo l’Italia sembrava quasi scomparire dal parquet segnando la miseria di soli 8 punti e chiudendo la frazione con il punteggio di 32 a 41 a proprio svantaggio; questo quarto è stato quello che ha causato la sconfitta finale. Il terzo-quarto si notava subito per una brutta notizia per gli azzurri: l’impossibilità di poter contare su Nicolò Melli, tenuto fuori per precauzione a causa di una botta rimediata sul finire del terzo-quarto. La formazione di coach Messina però riusciva perlomeno a non far scappare gli avversari, chiudendo la frazione sotto di 8 (57-49). Nel quarto e ultimo periodo di gioco gli azzurri davano il tutto per tutto, riuscendo anche a spaventare la Lituania, ma alla fine non hanno potuto nulla, uscendo sconfitti con il punteggio di 78 a 73.

Europei di Basket: promossi e bocciati

Promossi –  Luigi Datome: Il capitano gioca una grandissima partita sia in attacco che in difesa. Marco Belinelli: Mostra sprazzi di classe ed avrebbe meritato un miglior trattamento arbitrale. Ariel Filloy: Gioca con grinta e determinazione, realizzando alcuni canestri di pregevole fattura.

Rimandati – Daniel Hackett: Va a corrente troppo alternata. Marco Cusin: Autore di una buona difesa, ma in attacco non lo si nota, tranne che per il finale, nel quale gioca con maggiore verve.

Bocciati – Pietro Aradori: L’esterno azzurro come purtroppo spesso gli capita quando il gioco si fa duro, lui smette di giocare. Christian Burns: Lo si nota solo per aver sbagliato 2 canestri, che erano più facili da fare che da non fare.

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