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Halldorsson e Co.: i “lavoratori” di Russia 2018

Si è portati spesso a pensare che chi gioca nel calcio ad alti livelli sia il più delle volte un miliardario viziato. Fuoriclasse patinati con il ciuffo di capelli sempre al posto giusto anche a fine match, talenti che, anche per ragioni di marketing, sono attenti all’aspetto fisico quanto a quello estetico. A volte creandoci antipatia perchè “ai miei tempi si giocava a pallone, punto e basta”. I tempi sono cambiati e i giocatori sono anche aziende: molti di loro, pur essendo di umili origini, sono stati prelevati sin da piccoli dalle grandi società calcistiche che, intravedendo nei loro piedi un talento mostruoso, li hanno fatti crescere nelle loro accademie. Altri invece sono arrivati al grande calcio in maniera differente, magari lavorando la mattina per guadagnarsi il pane per poi giocare la sera, guardando al pallone solo come un passatempo o un sogno destinato a restare nel cassetto.

Fra questi “lavoratori”, non possiamo che partire da una delle favole più belle  degli ultimi anni: quella di Jamie Vardy, attaccante dell’Inghilterra e del Leicester dei miracoli di Claudio Ranieri. Vardy, dopo essere stato scartato quando era molto giovane, iniziò a lavorare come operaio in una fabbrica di protesi in fibra di carbonio, giocando a calcio solo nel dopolavoro. Oggi, dopo esser riuscito a vincere la Premier con il piccolo Leicester, si trova ai Mondiali di Russia con la Nazionale dei “Tre Leoni”. Ma l’elenco è lungo: il difensore della Svizzera Fabian Schär ha un passato da lavoratore in banca mentre il francese Adil Rami, oggi al Marsiglia ma con un passato al Milan, ha fatto per un periodo l’operaio al comune come pulitore di graffiti, lavorando in seguito anche come meccanico. Il portiere dell’Iran Alireza Beiranvand è stato un autentico tuttofare: dal consegnare pizze al lavare auto, sino a fare il pastore con le pecore di famiglia. Gli attaccanti del Panama Luis Tejada e Blàs Perez vendevano cinghie ai lati delle strade, così come il messicano Carlos Salcedo. Pur di pagarsi il bus per gli allenamenti, il colombiano ex Milan Carlos Bacca vendeva biglietti sul tram mentre il suo connazionale Wilmar Barrios vendeva borse di ghiaccio. L’allenatore dell’Islanda Heimir Hallgrimsson è nel tempo libero un dentista mentre, per ultimo, abbiamo lasciato l’eroe del momento: il portiere Hanness Halldorsson. L’estremo difensore della nazionale islandese che ha neutralizzato il calcio di rigore di Lionel Messi, ha un passato da regista per la tv. Halldorsson ha dichiarato che, alla fine del Mondiale, gli piacerebbe tornare dietro la cinepresa. Prima però, continuerà a girare il suo film più bello: il Mondiale di Russia 2018.

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