Cinema

“Quando hai 17 anni”: recensione del film di André Téchiné

A 17 anni non si può esser seri, scriveva il poeta Rimbaud.

Si intitola Quando hai 17 anni il nuovo film del regista francese André Téchiné, film già avvistato al Festival di Berlino. Téchiné realizza un film molto sulle sue corde, richiamando uno dei suoi primi film, L’età acerba (1994), ma con uno stile preso un po’ più da Anime erranti, altro suo film del 2003.

Damien, 17 anni, studente modello, figlio di un pilota sempre assente e di una dottoressa (Sandrine Kiberlain, nota interprete francese) è quotidianamente assediato dal bulletto del liceo, Thomas, un ragazzo dalla vita difficile, che non perde occasione di provocarlo. Mentre Damien cresce e scopre la sessualità, Thomas para con l’aggressività ogni colpo dovuto alla mancanza d’amore. Ma questa rivalità tra i due ragazzi è destinata a trasformarsi in amicizia, in rapporto carnale, e infine d’amore.

Bullismo e omosessualità sono i due temi portanti del film di André Téchiné, che realizza un racconto sull’età delle inquietudini adolescenziali, scandito in tre semestri e sospeso tra François Ozon ed Eric Rohmer.

Il regista ha osservato il disagio degli adolescenti, lo ha colto e lo ha ritratto in un piccolo film, volutamente girato come se fosse un’opera prima, finendo per tralasciare qualsiasi aspetto diverso dalle psicologie dei due adolescenti, a costo di risultare talvolta ripetitivo. Difetti il film ne ha, ma sono affrontati con consapevolezza da parte del regista. Nel film, ad esempio, i momenti veramente forti sono ridotti all’osso per lasciare più spazio all’esplorazione dei personaggi.

Critica e pubblico accolgono bene il film, ma per chi scrive è ancora troppo fresco il ricordo di due film francesi analoghi, La vita di Adèle di Abdellatif Kechiche e Lo sconosciuto del lago di Alain Guiraudie, da cui il film riprende lo sguardo sull’adolescenza, dal primo, e l’ambiguità di un rapporto omoerotico, dal secondo. Al confronto con questi ultimi due, il film di Téchiné inevitabilmente perde, pur non volendo apertamente competere con essi.

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