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Moglie di Weinstein: “Non sapevo nulla”

Come si fa a vivere per 10 anni accando ad un orco? Georgina Chapman, ex-moglie del produttore cinematografico Harvey Weinstein, una risposta a questa domanda sembra non averla ancora.

Molti mesi dopo l’inizio dello “scandalo Weinstein” che ha travolto Hollywood e sconvolto la sua vita, la Chapman si confida alla rivista Vogue in una lunga intervista, rompendo il suo silenzio. Rabbia, confusione, shock: questi sono i sentimenti che dice di aver provato dopo che le denunce rivolte al marito si sono rivelate vere. Il cosiddetto “caso Weinstein”, che ha fatto emergere milioni di casi simili in America e in tutto il mondo e che ha unito le donne nel movimento #metoo, ha permesso al mondo del cinema di riflettere su se stesso, di mettere fine a soprusi che da anni ormai sporcavano l’ambiente. Tuttavia, ha anche generato un clima da “caccia alle streghe”, dove spesso è stato confuso il limite tra molestia e semplice avance.

Chi è Gerogina Chapman?

Nata a Londra, la Chapman, 42 anni, famosa costume designer e stilista del celebre marchio Marchesa fondato insieme all’amica e collega Keren Craig, ha rivelato nell’intervista di aver passato momenti davvero duri. “La vicenda raccontata nel primo articolo risaliva a un periodo in cui ancora non ci frequentavamo quindi non ero in grado di giudicare. Poi però le storie si sono moltiplicate e ho capito che non si era trattato di un episodio isolato” ha dichiarato la stilista. Lo scandalo è esploso e la donna, presa la decisione di separarsi dal marito, si è chiusa in casa, temendo il confronto con il mondo esterno e il giudizio delle altre persone. “Ero troppo scioccata e in qualche modo mi dicevo di non meritarmelo”, ma ha aggiunto che dopo un primo momento di smarrimento doveva “fare qualcosa, andare avanti”.
La preoccupazione maggiore rimane quella per i suoi due figli, avuti entrambi con il produttore, India, 7 anni, e Dashiell, 5. Nell’intervista ammette di essersi chiesta più e più volte “Come saranno le loro vite? Cosa dirà loro la gente?”.
La pratica di divorzio è attualmente ancora in corso e la Chapman ha dichiarato di non voler essere vista come una vittima, di non voler suscitare la pietà delle persone: “Non credo di esserlo. Sono una donna che è finita in una situazione terribile, ma non sono sola”. Ha anche deciso di andare in terapia per riuscire a ritrovare la forza necessaria a portare avanti una situazione così difficile per lei e per i suoi figli.
Gramellini, nel suo pungente commento quotidiano sul “Corriere”, ha dato una chiave di lettura interessante a questa intervista che è stata vista da molti come “una strategia processuale per mettere l’ex marito in mutande — attività a lui gradita solo se non metaforica — oppure per distogliere da sé l’insinuazione di una complicità morale”. Le parole rilasciate dalla Chapman potrebbero essere viste come la dimostrazione evidente di quella “gelosia selettiva che impedisce di vedere ciò che agli altri risulta evidente, perché scoprirlo provocherebbe troppa sofferenza. Quando ti innamori di qualcuno, è dell’idea di lui (anzi, dell’idea di te innamorata di lui) che ti innamori. Puoi spiargli il telefonino, ma fino a quando sei dentro la bolla che tu stesso hai creato, vedrai solo ciò che vuoi vedere. La vita è una corsa a inseguimento con il dolore prodotto dalla verità. Poi un giorno la verità ti raggiunge e, se la accetti, scopri che si riesce persino a sorpassare il dolore”.

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