Cinema

Black Panther Film: Uscita e Recensione del cinecomic Marvel

Nelle sale italiane a partire dal 14 febbraio, “Black Panther” è il nuovo cinefumetto targato Marvel che, riprendendo gli avvenimenti di “Captain America: Civil War”, narra la successione al trono del regno di Wakanda di T’Challa (Black Panther), dopo la morte del padre. Tuttavia, durante il suo primo periodo di governo incontrerà non poche difficoltà e diversi avversari che proveranno a spodestarlo dal trono o ad impadronirsi delle ricchezze del suo regno.

“Black Panther” è prodotto dai Marvel Studios e distribuito dalla Walt Disney Pictures ed è interpretato da Chadwick Boseman nei panni di T’Challa/Black Panther, Micheal B. Jordan in quelli del misterioso Killmonger, Lupita Nyong’o in quelli di Nakia, Angela Basett in quelli di Ramonda, madre di T’Challa, mentre Martin Freeman e Andy Serkis riprendono rispettivamente i ruoli dell’agente della CIA Everett Ross e Ulysses Klaue.

Recensione

Il tentativo di rivoluzione all’interno del mondo del cinecomic americano che “Black Panther” si propone è veramente ammirevole. Di recente, anche Hollywood si sta mobilitando per raccontare tematiche di vitale importanza come il razzismo e l’integrazione dello straniero all’interno del cinema di genere: il più recente tra gli esempi è rappresentato da “Scappa – Get Out”, un connubio tra l’horror e il racconto satirico sull’America post Barack Obama. Argomenti di tale levatura sono inseriti anche in “Black Panther”, ma non si amalgamano con troppa naturalezza, risultando quasi accessori e non tanto l’anima del film, che si concentra troppo sulle origini del protagonista.

A risentirne è anche l’approfondimento dei personaggi che gravitano intorno a Black Panther, ai quali non è concessa la giusta introspezione, eccezion fatta per il Killmonger di Micheal B. Jordan, del quale comunque, alla fine della visione, lo spettatore avrebbe voluto sapere di più di ciò che effettivamente viene mostrato. I sipari shakespeariani che si creano tra lui e T’Challa sono tra le sequenze più potenti del film, aventi una gravitas quasi inedita in un cinecomic; esse, purtroppo, vengono talvolta interrotte dalle poco necessarie scene d’azione “spettacolari”, di cui il genere supereroistico ne è fin troppo pregno. Poco spazio viene riservato anche al regno di Wakanda (reso visivamente come un variopinto e estasiante conglomerato di differenti culture africane) del quale sarebbe stato particolarmente interessante una focalizzazione sulle dinamiche sociali, politiche ed economiche che lo tengono in vita. Eccezionale, invece, la variegata colonna sonora, curata per l’occasione da Kendrick Lamar, in grado di rappresentare un vero valore aggiunto per la riuscita del cinecomic.

“Black Panther” delude quindi parzialmente le aspettative, instillate dalle ottime critiche ricevute dal film oltreoceano, rivelandosi un prodotto d’intrattenimento nella media, ma un’occasione sprecata di raccontare la discriminazione razziale da un’ottica totalmente differente rispetto al passato.

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