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Morta Tina Anselmi: le frasi celebri di una grande donna partigiana

Politica, partigiana e prima donna nel 1976 ad aver ricoperto la carica di ministro della nostra Repubblica: questo è molto altro è stata Tina Anselmi, morta questa notte all’età di 89 anni. Un personaggio di spicco che durante la guerra ha preso parte alla Resistenza, diventando staffetta partigiana della brigata Cesare Battisti.  Per raccontare al meglio la sua storia, vi proponiamo alcune sue celebri frasi, che descrivono la sua persona meglio di qualsiasi altra biografia:

  • Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è politica d’inclusione, di rispetto delle diversità, di pace.
  • Basta una sola persona che ci governa ricattata, o ricattabile, perché la democrazia sia a rischio.
  • [riguardo al caso Moro] Credo che la giornata più difficile, più dolorosa, sia stata sicuramente quella del comunicato del Lago della Duchessa, nel 1978. Fu un momento molto doloroso, molto difficile, quello di dire alla moglie e ai figli che c’era questa ipotesi di una possibile uccisione di Aldo Moro. Tuttavia non posso dimenticare che quando i figli e io stessa ci mettemmo a piangere, la signora Moro, con una grandissima forza d’animo, prima ci invitò a pregare e poi disse: ‘Vabbè, aspettate un momento che vado a farvi un buon caffè; ci vuole un buon caffè’. E così fece. Passai con loro parecchie ore, perché appunto si era in attesa di qualche conferma o di qualcosa che smentisse il comunicato.

 

  • La nostra storia ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati, attraverso la responsabilità di tutto un popolo. Dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni, non è solo progresso economico. E’ giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. E’ tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. E’ pace.
  • [riguardo all’inchiesta sulla loggia massonica P2] Il mio rammarico è che non si è voluto continuare a indagare, a studiare il nostro lavoro, ad andare fino in fondo, a leggere, a soppesare i 120 volumi degli atti della Commissione, che tutti potrebbero consultare, che si trovano nella biblioteca della Camera.
  • Questi tre anni sono stati per me l’esperienza più sconvolgente della mia vita. Solo frugando nei segreti della P2 ho scoperto come il potere, quello che ci viene delegato dal popolo, possa essere ridotto a un’apparenza. La P2 si è impadronita delle istituzioni, ha fatto un colpo di Stato strisciante. Per più di dieci anni i servizi segreti sono stati gestiti da un potere occulto.
  • La democrazia ha bisogno di normalità.

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