Cinema

Leandro Amato Biografia e Intervista

L’esperienza, il duro lavoro, serve all’uomo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Svolgere il proprio lavoro divertendosi, permette alle persone, qualunque professione svolgano, di poter cogliere più frutti possibili.

A questo proposito, oggi, vogliamo proporvi quest’intervista a Leandro Amato, attore e doppiatore napoletano. La sua esperienza come doppiatore nel lungometraggio “L’arte della felicità”, gli esordi, i punti di riferimento e i progetti futuri. Conosciamolo meglio.

L’intervista

Nel 2013 presti la tua voce a “Sergio”, nel lungometraggio “L’arte della felicità”, diretto da Alessandro Rak. Ti va di raccontarci un aneddoto su questa tua esperienza da doppiatore?

“Beh l’arte della felicità è stata un’esperienza fantastica per me innanzitutto per il gruppo di lavoro Alessandro Rak in testa è stata un’esperienza nuova non avevo mai doppiato un cartone animato la storia fantastica e devo dire il successo meritato del film e di tutti quelli che hanno preso parte e quella bellissima proposta”.

Quando si inizia questo mestiere, per la maggior parte dei casi, si ha un punto di riferimento, un personaggio al quale ci si ispira durante la carriera. Il tuo qual è stato?

“Sono stato un fan di Steve Mac Queen ero piccolo però non mi sono perso un film fino al suo capolavoro che stato papillons insieme ad un altro grande come Dustin Hoffman E in Italia ho sempre ammirato molto Giancarlo Giannini per la sua capacità istrioniche e ironica e Marcello Mastroianni diciamo che sono queste le icone che mi sono portato dietro il mio lavoro”.

In quale momento della tua vita hai capito che avresti fatto l’attore? Ti saresti mai immaginato in altre “vesti”?

“Vengo da una famiglia di artisti mio padre era un cantante napoletano affermato in quegli anni e parlo della prima della guerra e subito dopo la guerra mio padre era già abbastanza grande e quando io sono nato e lui era un grandissimo della canzone napoletana classica ed è stato uno dei primi cantanti dell’Eiar oggi Rai Fece un concorso che vinse insieme a Nilla Pizzi. E quindi mi ci sono trovato dentro a questo mondo fin dalla tenera età mia madre lavorava con la compagnia stabile di Eduardo de Filippo e quindi il teatro è stata sempre una seconda casa per me”.

Nel corso della tua carriera ti abbiamo visto in teatro, cinema e anche in televisione. C’è un lavoro o un ruolo se preferisci, che ti ha segnato particolarmente?

“Ho fatto tantissimi spettacoli in teatro però diciamo che il periodo che ho amato di più è stato quello quando insieme al regista che poi è stato il mio maestro, Giancarlo Sepe, abbiamo lavorato per 10 anni consecutivamente in un piccolo spazio teatrale che si chiama la comunità dove facevamo 34 spettacoli all’anno e quello è stato dal punto di vista costruttivo e artistico il periodo che ho amato di più poi ci sono dei lavori ai quali sono molto legato come West Side Story il musical o film Rb come “Jo petrosino” oppure “Capri” oppure “Elisa di Rivombrosa”, un film che ho fatto due anni fa con la regia di Marco Risi che si intitola “Tre tocchi” che non avuto una grande fortuna ma che ho amato molto”.

Ti va di parlarci dei tuoi progetti futuri?

“Prossimi spettacoli “ Il piacere dell’onestà“ Per la regia di Liliana Cavani e successivamente in estate un classico meraviglioso del teatro greco l’Elena di Euripide con me e Vanessa Gravina”.

Tag
Back to top button
Close
Close