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Papa Francesco alla Fao: “La fame non è una malattia incurabile è causata dalle guerre”

Si è svolta stamani la Giornata dell’Alimentazione promossa dalla FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations). Una delle presenze importanti è stata proprio quella di Papa Francesco, il quale poco dopo il suo arrivo alla sede della FAO, ha donato una statua particolare e successivamente ha tenuto un discorso. Il tema scelto per la giornata di quest’anno è il seguente: “Cambiare il futuro della migrazione. Investire nella sicurezza alimentare e nello sviluppo rurale”.

Statua rappresentante il piccolo Aylan Kurdi

L’arrivo e il ricordo del piccolo Aylan

Le immagini di Aylan, il bambino trovato morto su una spiaggia turca, ha fatto il giro del mondo ed è diventata tragicamente celebre in quanto simbolo di eventi che quotidianamente spingono le persone ad emigrare dai propri paesi a causa di guerre, persecuzioni e fame. Il piccolo Aylan dunque è diventato il simbolo del dramma dei rifugiati di tutto il mondo, e stamani, Papa Francesco ha donato alla FAO una statua raffigurante il piccolo Aylan proprio per come venne rinvenuto nel 2015. La statua è stata scolpita dall’artista Luigi Prevedel.

Il discorso di Papa Francesco

C’è relazione tra emigrazione e fame ? Ovviamente si, lo ha dichiarato Papa Francesco nel suo discorso alla FAO, spiegando che il problema va estirpato alla radice. Il Pontefice ha quindi delineato una linea secondo la quale ha inizio proprio con la necessità di operare per la pace, e quindi avere cura del creato e dei poveri, tartassati anche dalle guerre, infatti: “È evidente che le guerre e i cambiamenti climatici conducono alla fame, per cui evitiamo di presentarla come una malattia incurabile”.

Una delle piaghe che affligge questo settore è anche quella delle speculazioni sul cibo a vantaggio dei grandi produttori proprio come ha dichiarato Papa Francesco: “Infatti, le risorse alimentari sono spesso esposte alla speculazione, che le misura solo in termini di vantaggio economico dei grandi produttori o in relazione alle stime del consumo, piuttosto che di reali esigenze del popolo. In questo modo si favoriscono i conflitti e lo spreco e aumenta il numero degli ultimi della terra che cercano un futuro lontano dai loro territori di origine aumenta”. Ma il Santo Padre ha poi continuato lanciando un monito, un trampolino di lancio affinché le cose possano cambiare, ovvero l’amore verso i fratelli. Ciò che il Papa vuol far capire è proprio il fatto di amare tutti i fratelli senza alcuna pretesa di ritorno, si tratta dunque di un concetto evangelico ma che è possibile riscontrarlo anche in altre religioni. Quella di Papa Francesco dunque, risulta essere una vera e propria proposta da inserire nella cooperazione internazionale per cercare di ridurre questi problemi, ovvero: “la categoria dell’amore coniugata come gratuità, uguaglianza di trattamento, solidarietà, cultura del dono, fraternità, misericordia”. Infine, il Pontefice ha ha anche parlato dello scandalo del Land Grabbing (ovvero l’accaparramento dei terreni) ed ha concluso parlando proprio della chiesa, la quale quest’ultima è a conoscenza diretta dei problemi e che essa: “desidera partecipare direttamente questo sforzo in virtù della sua missione, che la conduce ad amare tutti e la costringe a ricordare, coloro che hanno responsabilità nazionali o internazionali, il grande dovere di soddisfare le esigenze dei più poveri”.

 

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