Cucina

Intervista ad Angelina in Cucina: food blogger autrice di “Io non sono a dieta”

L’intervista in esclusiva alla food blogger e autrice del libro “Io non sono a dieta”, Angelina in Cucina. Anno 2017: ci saremmo aspettati tutti noi, a cavallo fra gli 80’ e i 90’ un epilogo storico-sociale sullo stile del futuro utopico/distopico in cui piomba il protagonista, Marty McFly in “Ritorno al Futuro”. Purtroppo dobbiamo ridimensionare la nostra fantasia, indirizzandola sul distopico. In un periodo di forte precariato a livello nazionale infatti, dove le incertezze sul futuro prossimo, lavori instabili e spesso sottopagati portano sempre più giovani vite a spezzarsi consapevolmente o inconsapevolmente (è ancora viva nella nostra memoria la lettera d’addio di Michele, suicidatosi ad Udine nel periodo di febbraio) occorrono modelli positivi, modelli che possano ispirare le generazioni dell’ultimo trentennio a credere che ancora esista la possibilità di sognare, di credere nei propri ideali e di lottare per gli stessi CONTRA MUNDUM, senza lasciarsi abbindolare dalle facili scorciatoie politiche e dall’utilizzo del denaro come merce di scambio con cui barattare le proprie aspirazioni a favore di un ruolo che non ci rappresenta.

E’ per questo che oggi abbiamo deciso di parlarvi una persona speciale: speciale perché vicinissima a noi nonostante la sua ascesa attuale, vicinissima perché permasta umile ma soprattutto vera nonostante possa già vantare i nuovi successi conseguiti. Parliamo di una food blogger italiana che oramai conta quasi 80.000 iscritti alla sua pagina Facebook  “Angelina In Cucina”, nonché autrice del libro “Io NON sono a dieta”.

Angelina, è un vero piacere avere l’opportunità di intervistarti. Ti va di raccontare al pubblico di lettori, per chi ancora non ti conoscesse in particolare, chi sei e da dove sei partita? “Mi considero una ragazza con i piedi per Terra, la classica ragazza della porta accanto. Ho cominciato il mio blog in un momento molto particolare della mia vita, un momento di grandi cambiamenti. Mi ero trasferita a Londra da un annetto e ho deciso di aprire il blog per avere come una sorta di diario quotidiano per raccontare alle persone la mia vita quotidiana, fatta di ricette ma anche di episodi di vita comuni ad ogni Expat che si trovava nella mia stessa situazione”.

Ovviamente mantieni sempre un ottimo contatto con la tua amata Italia, quindi sarai più che informata sulla terribile realtà di molti giovani che, spinti dalla disperazione per le incertezze lavorative, decidono di compiere scelte disperate, piombati ormai nel tunnel della depressione. Mi piace credere che, in altre circostanze, magari davanti a un caffè, in un bar leggendo quest’intervista potrebbero percepire invece il calore dei tuoi piatti, vedere il sorriso che vi è dietro e l’amore per la tua passione; forse capirebbero così che i sogni, per quanto tortuosi spesso trovano realizzazione nel momento più imprevedibile e, perché no, che magari una luce, in fondo a quel tunnel potrebbero decidere di vederla partendo proprio da qui.

Photo: Enrica Massari ©

Cosa ti senti di consigliare dunque ai ragazzi che, come te a suo tempo, si ritrovano ad un bivio, davanti alla coraggiosa scelta se restare o evadere dalle sicurezze della propria terra per spingersi all’estero, verso l’ignoto? “Posso solo dirti che non è tutto oro quello che luccica. Vivere a Londra o comunque all’estero per un periodo è un’esperienza che consiglio di fare a chiunque, ragazzi giovani e meno giovani. Qui ormai si trovano persone di tutte le età che hanno scelto di lasciare l’Italia per trovare fortuna altrove, ma consentimi di dirti che come dicevo prima, Londra oltre ai suoi mille lati positivi ha anche moltissimi lati negativi. Vivere la città, soprattutto da soli, non è un’esperienza facile, perché se è vero che si è sempre circondati da milioni di persone, ci si può sentire molto soli. Il fatto poi di dover condividere la casa con perfetti sconosciuti non è assolutamente facile, a causa degli usi e costumi diversi tra le varie culture. Per non parlare della sporcizia: la maggior parte delle case sono delle vere topaie, affittate a prezzi astronomici. L’esperienza la si può fare, ma non sarà la mia ultima meta. Mi piacerebbe molto provare a tornare e cercare di sfatare il mito che l’Italia ormai è finita. Sono fiduciosa che qualcosa di buono  si può ancora trovare anche li, con una buona base di esperienza maturata magari proprio all’estero”.

Ovviamente questa non sarà la prima intervista su di te e la tua passione ma sai, vorrei davvero focalizzare l’attenzione sulla donna che si cela dietro i fornelli e il buon cibo. Non vogliamo ridurre tutto ad una questione di ruoli, ma penso sia innegabile asserire che per una donna all’Estero gli esordi non siano mai facili. Qual è stato il tuo mantra quotidiano? Ci sono stati volti amici a sostenerti – parenti e amici – o hai dovuto trarre sostegno e forza esclusivamente da te per non demordere? “La maggior parte delle volte la forza la devi trovare “per forza” dentro di te per andare avanti in una città che non è la tua, dove viene anche parlata una lingua diversa. All’inizio è terribilmente frustrante non riuscire a farsi capire come si vorrebbe e la voglia di mollare tutto e andarsene c’è quasi ogni giorno. Le amicizie sono molto dure da portare avanti, la maggior parte delle persone che ho conosciuto sono state a Londra solo di passaggio per un determinato periodo di tempo e poi se ne sono andate; per non parlare dei ritmi: tutti hanno la loro vita e non sempre è facile organizzare di vedersi, se non nel weekend. Ma a volte è difficile anche durante il fine settimana, perché questa città non dorme mai e a volte si lavora anche il sabato e la domenica. Fortunatamente con la moderna tecnologia i miei genitori riesco a sentirli tutti i giorni anche più volte al giorno a costo zero, e questo sicuramente è un grandissimo aiuto a livello psicologico, perché ti fa sentire meno solo. Il mio mantra è sempre stato “volere è potere”, per tutta la mia vita. Se una cosa la vuoi veramente, nulla ti può fermare nel raggiungere il tuo scopo”.

Prima ci hai parlato delle abitazioni a Londra eppure le ho sempre immaginate come nei film: viali ad ampio respiro, architetture vittoriane stile Notting Hill… ma come stanno davvero le cose quando si parte da zero? Hai qualche aneddoto divertente sulle tue prime case? “Ne avrei da raccontare tanto da scrivere un libro, ma cercherò di essere breve. La mia prima abitazione in assoluto è stata proprio una stanza minuscola in condivisione con altre due ragazze, situata in uno dei quartieri più belli di Londra, Kensington: ad ospitarci era una signora Pakistana, che ovviamente non ci fece il contratto (molti lo fanno qui, per arrotondare). Vivere con la padrona di casa non è una buonissima idea perché la maggior parte delle volte dettano delle regole assurde. Cucinare solo ad una certa ora, non far rumore (forse per non essere beccate a subaffittare la casa) e cose così. Ma l’esperienza più tremenda l’ho avuta in una casa dove ho abitato per due mesi, proprio di fronte al London Eye, un palazzo mozzafiato con tanto di piscina e palestra. Condividevo la casa con altre sei ragazze, sporche e disordinate all’inverosimile (tanto che mi toccava fare la doccia nei bagni della palestra per quanto il bagno fosse inagibile…) e mi ricordo che una sera, mentre stavo al mio computer, con la coda dell’occhio ho visto qualcosa muoversi: era un topo. Da quel momento non ho più chiuso occhio e ho passato giorni d’inferno prima di riuscire ad entrare nella stanza attuale, dove tuttora vivo”.

Con la Brexit sicuramente saranno cambiate molte cose a Londra e dintorni. Potresti darci aggiornamenti sulle attuali condizioni per gli italiani che lavorano in Inghilterra e se ci sia qualcosa da fare per non vedersi estromessi dopo tanti anni di sacrifici? “Ad ora la situazione è in fase di stallo, poiché non sembra sia ancora cambiato molto. In molti hanno fatto richiesta di permesso di residenza permanente/cittadinanza per mettersi al riparo da eventuali ulteriori colpi di testa del governo. Neanche noi che viviamo qui in realtà abbiamo la situazione ancora molto chiara, credo toccherà aspettare ancora un po’ per avere una visione più completa della situazione”.

Un’ultima domanda, Angelina: ora che sei riuscita a ritagliarti nel Regno Unito il tuo angolo di mondo, con un lavoro che adori, il tuo blog, la tua passione per la fotografia e siamo certi una nutrita cerchia di amicizie, senti d’avere ancora qualche sogno rinchiuso nel cassetto? Se sì, ti andrebbe di dirci di cosa si tratta? “Bella domanda! Io di sogni ne ho tanti, il più grande sarebbe quello di riuscire a visitare quanto più mondo possibile e riuscire a mantenermi di solo blogging mentre viaggio. È una cosa molto difficile da fare ma non impossibile, si vedrà. Sono una persona che si annoia molto facilmente e che ha bisogno di continui stimoli, quindi sto cercando il modo di riuscire anche in questo. Incrocio le dita, ma come ho detto prima: “Volere è Potere”!”

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