Attualità

Manifesto ProVita a Roma: scoppia la polemica

La tematica scottante che ha coinvolto milioni di italiani è oggi affissa tra le strade di Roma. Appariva ieri sulla parete di un palazzo in via Gregorio VII, il maxi manifesto di metri 7×11 della campagna ProVita  voluta da onlus.

Un chiaro monito antiabortista che riapre una polemica irrisolta, con rappresentazioni e scritte toccanti. A caricare di significato l’immagine dell’embrione infatti ci pensano le frasi con cui l’associazione ha voluto trasmettere il messaggio: “Tutti i tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice. Ed ora sei qui perchè tua mamma non ti ha abortito”Con immediatezza il tabù che per anni ha permesso accesissimi scontri torna in voga e fa esplodere la polemica. Pareri contrastanti animano il web e forti dibattiti scuotono la popolazione romana in primis. Nel tentativo di ribadire il proprio urlo di battaglia a tutela del diritto alla vita, la campagna sfocerebbe in un tremendo abuso di affissione, reputata peraltro offensiva e “dal contenuto lesivo del rispetto di diritti e libertà individuali”. In effetti, nonostante la legalizzazione dell’aborto avvenuta il 22 maggio 1978 come legge 194, la questione non smetterebbe di essere discussa. Come se non fosse già una decisione difficile e drastica di per sé, l’appello all’etica e alla giusta morale accende le sirene e condanna le donne. Perché sì, sono donne e buone madri anche coloro che effettuano una scelta di vita, spesso necessaria e indispensabile. A questo si rivolgono le proteste sui social, primo fra tutti Twitter, tappezzato di richieste di rimozione e profondo sdegno: “Antiscientifico parlare ancora di aborto dopo 40 anni dall’introduzione della 194. Si criminalizzano le donne per cosa?” scrivono gli utenti. Aggiunge la senatrice del Pd Monica Cirinnà: “Vergognoso che per le strade di Roma si permettano manifesti contro una legge dello stato e contro il diritto di scelta delle donne”.

Una campagna condotta a spada tratta che alimenta la policy antiaborto e genera ulteriori sofferenze. Forse inconsiderati i dati Istat, che dimostrano come quasi 9 milioni di donne italiane siano state molestate almeno una volta nella loro vita. Percentuali elevatissime che confluiscono per buona parte nelle altrettanto elevate percentuali d’aborto. Ma con l’acquisizione di quale diritto si manovrerebbero le scelte di vita altrui? Nel tempo in cui anche il Papa parla di “perdono ed amnistia per le donne che abortiscono”, onlus ProVita intende “sollecitare le coscienze di chi scambia una vita per un ammasso di cellule”.
Un manifesto che parla, disturba, soffoca e ispira, ma che, salvo eventuali interventi dei tecnici comunali, rimarrà affisso in via Gregorio VII fino al 15 aprile. Il Comune ha già avviato indagini e ha allertato la polizia locale sul caso.

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