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Pensioni novità, Corte dei conti e Banca d’Italia: Nessuna modifica al sistema

Il sistema pensionistico italiano è funzionante, è necessario evitare di retrocedere in merito all’argomento. Tornare indietro, rispetto alla riforma Fornero, potrebbe mettere a rischio i conti pubblici. Sono di questo avviso la Corte dei Conti e Banca d’Italia. È in questo modo che viene esclusa qualsiasi ipotesi di modifica delle regole previste dalla legge Fornero. L’idea è quella di confermare l’adeguamento automatico stabilito dalla Fornero.

Durante il dibattito parlamentare apertosi sulla nota di aggiornamento del Def, Banca d’Italia e la Corte dei conti hanno invitato a non indietreggiare rispetto alle garanzie fornite dalla legge attuale. Il presente meccanismo di aumento dell’età, la somma della riforma Fornero con gli incrementi automatici dei requisiti anagrafici per il ritiro dal lavoro, non devono essere toccati. Ogni arretramento esporrebbe la finanza pubblica a rischi di sostenibilità.

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Così si esprimono Corte dei conti e Banca d’Italia.

Il presidente della Corte dei Conti, ha infatti spiegato, davanti al Senato l’importanza di confermare i caratteri strutturali della legge Fornero. Dello stesso avviso è Banca d’Italia. Il vicedirettore generale di palazzo Koch, Pierluigi Federico Signorini, afferma che le norme degli ultimi 20 anni hanno migliorato profondamente il sistema.  Lo stesso sottolinea come le gli ultimi risultati mettano in evidenza l’importanza di garantire la piena attuazione delle riforme approvate in passato. In vista della definizione della legge di Bilancio, entrambi i giudizi sostengono quindi l’intenzione del governo di ritoccare il minimo possibile il sistema, con eventuali interventi che Paolo Gentiloni ha definito precisi, quindi non di larga portata. Sono questi i motivi per i quali il tema è rimasto escluso dall’audizione di Pier Carlo Padoan e dal documento depositato dal ministro alle commissioni Bilancio.                                                                                                 In parole povere, gli italiani andranno in pensione all’età di 67 anni dal 2019 e la generazione degli attuali lavoratori, resterà in quella che è definibile come “situazione di stallo” che porterà nel 2051 la soglia del pensionamento a 70 anni.

Sostanzialmente ad essere bocciate sono le modifiche volute dai sindacati, i quali ribadiscono la richiesta di congelare l’aumento dell’età pensionabile collegato all’aspettativa di vita previsto per il 2019.

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