Attualità

Putin: ”Italia è un nostro partner chiave nella UE”

Si è svolta ieri a Mosca la presentazione delle lettere credenziali di 17 nuovi ambasciatori e, durante la cerimonia, il presidente russo ha colto l’occasione per mandare un messaggio amichevole: l’Italia per Putinè uno dei partner chiave nella Ue: Mosca è senz’altro interessata ad approfondire la cooperazione con l’Italia con la quale abbiamo relazioni culturali che sono un esempio per le altre nazioni“.

Ha sottolineato che “Mosca è pronta a sviluppare la sua collaborazione con l’Italia in merito alle questioni internazionali“. E’ così che, date le tensioni nel mediterraneo, il Cremlino cerca di evitare la costituzione di un’alleanza fra gli stati mebri dell’UE e gli Stati Uniti contro Bashar al-Assad, puntando sulle buone relazioni commerciali e non solo che in questi anni sono state coltivate con il nostro paese. L’obbiettivo principale è chiaramente evitare che in queste ore Roma decida di concedere a Stati Uniti ed alleati le basi militari di Aviano e Sigonella, dalle quali verrebbero sicuramente fatti partire raid contro la Siria.

aereo da guerra

Ricordiamo che l’aeroporto di Sigonella ‘Cosimo Di Palma’ è un aeroporto militare italiano, sede del 41/o Stormo AntiSom e dell’11/o Reparto Manutenzione Velivoli dell’Aeronautica militare italiana. Ospita anche, e soprattutto, la Naval Air Station (Nas) della Marina americana. Generalmente nella struttura vengono impiegati dai 4.000 ai 5.000 uomini. La base, poi, è utilizzata anche per operazioni della NATO.

Acuni movimenti dall’aeroporto si erano già registrati martedì scorso, con il decollo di alcuni velivoli che hanno sorvolato lo spazio aereo siriano a scopo di ricognizione. Fra ieri e oggi è stata però rincarata la dose con l’impiego di Boeing E-3, che hanno volato sull’area al confine fra Turchia e Siria, e soprattutto dei famosi Poseidon della marina militare americana, noti anche con il nome di “submarine killers”, impiegati nello specifico per pattugliare il porto di Latakia, vicino al quale si trova una base russa.

Dal canto nostro, la politica italiana sembra reagire alla situazione ed alle parole del Cremlino nel suo solito modo: contraddittoriamente. Fonti ufficiali di governo hanno affermato che “l’Italia, come noto, non ha mai preso parte ad attività militari in Siria e ha sempre condannato ogni violazione dei diritti umani e ogni violenza nei confronti della popolazione civile, e considera inaccettabile l’uso di armi chimiche da parte del regime siriano”. E anche però che “l’Italia ha sempre fornito supporto alle attività di forze alleate per garantirne la sicurezza e la protezione”.
Ma alcuni politici sembrano discostarsi da questa linea. Salvini ha fatto il bastian contrario in giornata, criticando a più riprese la linea seguita da Washington ed invitando l’ormai quasi ex Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a prenderne nettamente le distanze.

“Chiedo al presidente Gentiloni – ha affermato il leader della Lega – una presa di posizione netta dell’Italia contro ogni ulteriore e disastroso intervento militare in Siria. Non vorrei che motivi economici, esigenze di potere o il presunto utilizzo mai provato di armi chimiche mai trovate in passato scatenassero un conflitto che potrebbe diventare pericolosissimo”. Ma non è tutto. In alcuni post sui social, Salvini ha apertamente parlato di “fake news“. “Non sentite puzza di guerra nascosta sotto le fake news? – ha scritto – Per un presunto avvelenamento si espellono diplomatici russi; per presunte armi chimiche si annunciano attacchi. Stop. Se qualcuno ha problemi da risolvere o arsenali da smaltire non lo faccia parlando di diritti umani o sulla pelle di donne e bambini che già hanno sofferto troppo. Non si usino donne e bambini siriani per interessi che niente hanno a che fare con la pace”.

Sempre dalla destra, ma con toni molto più delicati, si è espresso l’ex capo gruppo di Forza Italia al senato Paolo Romani. Riferendosi alle affermazioni incendiarie che Trump ha esploso ieri dal proprio profilo twitter, ha chiesto al governo di “dissociarsi da tali eventuali ed inopportune azioni”. Dal Pd invece Maurizio Martina si è mostrato preoccupato: “Salvini medita di cambaire le alleanze internazionali? Che lo dica chiaramente!”

Effettivamente nessuno fino ad ora aveva preso una posizione tanto netta quanto quella di Salvini. Tuttavia a ben vedere esistono ragioni per le quali è quanto meno lecito dubitare della responsabilità di Assad negli attacchi di Duma, avvalorate da precedenti. Era infatti stato proprio il ministro americano della Difesa James Mattis ad ammettere, lo scorso 2 febbraio in una conferenza stampa, che “gli Stati Uniti non hanno alcuna prova che il presidente siriano abbia fatto uso del gas sarin – e che quindi – il raid americano di aprile 2017 in Siria, conseguente alla strage di Khan Sheikhoun (presso Idlib) causata da un gas tossico, non aveva alcun fondamento”.

A questo punto la domanda che in molti si fanno, soprattutto oltre oceano e fra i banchi di Bruxelles, è quale sarà la posizione della Lega e del centro destra in generale anche all’interno di un ipotetico governo, a maggior ragione se verrà formata un’alleanza stabile con il Movimento 5 Stelle il quale, notoriamente, non ha mai fatto mistero sulle proprie simpatie per la Russia di Putin.

Degno di nota è il discorso che il Professor Bagnai, neo eletto fra le fila della Lega, ha tenuto ieri in senato in merito agli avvenimenti in Siria ed alle informazioni non sempre oneste che hanno però condizionato certe decisioni politico-militari. La trascrizione completa è stata riportata nel noto blog di Claudi Messora byoblu.com.

Signor Presidente, in queste ore i nostri elettori, i cittadini italiani, sono molto preoccupati per lo svolgersi degli avvenimenti in Siria e anche perché hanno una sensazione molto sgradevole, cioè quella di assistere a un film per molti versi già visto: credo che tutti noi ricordiamo l’immagine estremamente iconica, come oggi si suol dire, di Colin Powell con la sua fialetta e quasi tutti noi – forse un po’ di meno – ricordiamo Tony Blair, quando chiese scusa ai suoi elettori per aver sostenuto l’attacco contro l’Iraq, del quale i suoi servizi avevano detto che deteneva nocive e letali armi di distruzione di massa, che poi in effetti non vennero trovate.

Quindi mi associo innanzitutto alle parole del senatore Malan, nell’esortare alla prudenza e nel portare avanti l’esigenza di conoscere ed appurare esattamente i fatti prima di deliberare.

Il rischio di un’escalation è estremamente serio e mi chiedo, in tutto questo scenario, quale sia il ruolo di quell’Unione europea, più comunemente nel nostro dibattito chiamata impropriamente Europa, che viene da molte parti politiche sostenuta proprio sulla base dell’argomento che sarebbe un interlocutore autorevole che sarebbe capace di intervenire e di gestire situazioni di conflitto geopolitico, come quella alla quale stiamo assistendo. Basta pensare al precedente della Libia: in che cosa ci ha aiutato la nostra fratellanza europea? Abbiamo avuto la sensazione di essere traditi e abbiamo anche avuto, non la sensazione, ma l’evidenza del fatto che sconvolgere equilibri geopolitici da noi non pienamente compresi ha determinato una catastrofe umanitaria, che poi si è riflettuta in modo molto pesante sulla vita degli italiani con il fenomeno dei flussi migratori, creando tanti rifugiati, tante persone che hanno bisogno del nostro aiuto. Non dobbiamo mai dimenticare che a monte di tale situazione drammatica ci sono state scelte di carattere politico e in particolare militare che poi si sono rivelate avventate. Questo è un rischio che noi non possiamo permetterci di correre, dovendo ancora sopportare le conseguenze di precedenti scelte avventate e per questo mi associo a chi mi ha preceduto nel chiedere che il Governo venga a riferire in Aula, venga ad informarci e soprattutto a dirci di quali informazioni realmente dispone e che cosa sta chiedendo nelle sedi competenti perché venga fatta, con un’inchiesta internazionale indipendente, luce su quanto realmente accaduto.

 

Tag
Back to top button
Close
Close