Politica

Matteo Renzi a Che tempo che fa: “Non lascio la Politica”

“Non mi arrendo e non lascio la politica“. L’ex presidente del Consiglio e segretario PD Matteo Renzi si ricandida alle primarie e già pensa alla prossima campagna elettorale, annunciando a Che Tempo che fa l’immediato impegno per studiare il taglio dell’Irpef nei prossimi cinque anni.

Renzi ammette però che nei mille giorni del suo governo avrebbe potuto fare di più. A cominciare dal problema della disoccupazione: “Ora è al 40%. Siamo partiti che era al 46%, ma sarebbe da pazzi esultare. Con la crisi abbiamo perso un milione di posti di lavoro, ma il punto non è rivendicare quello che è stato fatto, bensì poter dire che l’Italia ha un futuro”.

MATTEO RENZI: “VI SVELO IL MIO FUTURO”

E in questo futuro pensa già di poter svolgere il proprio ruolo, come dimostra il viaggio negli Stati Uniti da cui è appena rientrato. In cerca di nuovi stimoli e idee, dice, soprattutto in tema di rivoluzione digitale. Con Tim Cook – amministratore delegato di Apple – ha discusso di tassare la grandi aziende, e l’esperienza nella Silicon Valley gli offre agganci per poter parlare della politica interna italiana. “Lì ci sono idee per crescere. Dobbiamo prima di tutto dare un paracadute sociale a chi non ce l’ha, e questo non è certo il reddito di cittadinanza. Sarebbe un atto di rassegnazione, perciò dobbiamo creare condizioni di sviluppo soprattutto nel mezzogiorno”.

MATTEO RENZI E I PROBLEMI DELLA SINISTRA

Ma i problemi a sinistra sembrano essere più altri, in queste giornate di fratture insanabili per le quali “Matteo” (” Che bello farsi chiamare per nome dopo tre anni”) riesce ad individuare chiaramente un responsabile. “Possono chiedermi di dimettermi, non che rinunci a candidarmi. È come se Massimo D’Alema e i suoi amici non accettassero che uno dei loro non potesse competere nella grande famiglia del PD. Ho fatto di tutto per evitare scissioni, ma l’impressione è che fosse un disegno già scritto, ideato e prodotto da D’Alema”.

Renzi si dimette da Presidente del Consiglio dopo la Sconfitta nel Referendum

Veloce è infine l’accenno alle vicende giudiziarie in cui è coinvolto il padre dell’ex premier, Tiziano, indagato a Roma sugli appalti Consip: “È già accaduto in passato. Sto sempre dalla parte della magistratura, ma i processi si fanno nelle aule e non nei giornali”.

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