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Cervelli in fuga: nel 2016 via 50mila giovani tra i 18 e i 34 anni

Il numero di connazionali che se ne vanno per chiedere residenza all’estero, è sempre più alto. Sempre più sono i giovani che preparano le valigie e partono alla ricerca di un futuro fuori dai confini nazionali. La fuga dall’Italia è in netto aumento e a verificarlo è il rapporto Italiani nel mondo 2017 della Fondazione Migrantes della Cei. Si stima che 5 milioni di italiani si sono trasferiti in Europa e nel mondo, con un aumento del 3,3% nel 2016. Il target più colpito è quello dei cervelli in fuga: nel 2016 sono emigrati in 48mila tra i 18 e i 34 anni, con un aumento del 23%. Ormai, una percentuale non più irrilevante degli italiani – 8,2% – vive oltreconfine.

Fuga dall’Italia, dove andiamo 

Le mete più ambite dai migranti sono il Regno Unito, la Germania, la Svizzera, la Francia, gli Stati Uniti e la Spagna. Questi sono i principali Paesi che accolgono il maggior numero di espatriati, vale a dire che assimilano il 65% delle cancellazioni per l’estero (66mila su 102mila). Dalla stima si evince che è in aumento una nuova propensione a migrare verso gli Emirati Arabi, specialmente Abu Dhabi e Dubai. Da dove si migra? Le regioni dove il flusso migratorio verso l’estero è più rilevante sono la Lombardia (19,9% del totale delle cancellazioni), la Sicilia (10,2%), il Veneto (9,3%) , il Lazio (9,1%) e il Piemonte (7,6%).

Chi sono i migranti

I minorenni italiani all’estero sono in continua crescita, in valore assoluto 748.929 (15% circa). Chi ha tra i 18 e i 34 anni, invece, occupa in vaore assoluto 1.109.533 (22% circa). La classe di età più numerosa (1.163.968, 23% circa) ha tra i 35 e i 49 anni, quindi nel pieno pieno dell’età lavorativa. A seguire sotto il milione in valore assoluto chi ha tra i 50 e i 64 anni e, infine, con poco più di 1 milione chi ha 65 anni. L’andamento degli ultimi tre anni conferma che gli aumenti più importanti hanno interessato soprattutto giovani e giovani adulti. Validi laureati che si rivolgono all’estero per realizzarsi professionalmente, contribuiscono alla fuga dei cervelli italiana: espatriati, potenziali risorse per il nostro Paese, portano le radici altrove.

Molto spesso, la fuga dall’Italia non è individuale, ma di “famiglia”. La prima possibilità è la partenza del nucleo famigliare ristretto, quello che comprende i minori (oltre il 20%). La seconda, è quella della famiglia allargata, in cui i genitori incoraggiano i figli nella loro ricerca di un futuro migliore (il 5%). A queste percentuali si aggiunge il 9,7% di chi – tra i 50 e i 64 anni – disoccupato, parte con un bagaglio di speranze.

 

 

 

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