Cinema

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri: Trailer e Trama (Video)

Voglio iniziare sottolineando che questo film mi ha davvero colpito. La trama, i personaggi e la dinamica non hanno potuto che lasciarmi incollata allo schermo per capire come la storia si sarebbe conclusa. Ma procediamo con ordine.

Trama

La pellicola si focalizza su una donna, Mildred Hayes, residente in un paesino di pochi abitanti, Ebbing per l’appunto. È una donna divorziata, con un figlio adolescente, che ha subito una grave perdita nella sua vita: la figlia minore, infatti, è stata stuprata e poi uccisa in modo atroce appena pochi mesi prima, e del colpevole ancora nessuna traccia. Per questo motivo, Mildred decide di affiggere tre frasi su dei cartelloni pubblicitari in disuso, fuori da Ebbing, per lanciare il suo grido di disperazione e di rabbia verso lo sceriffo della comunità. I concittadini hanno sempre compatito la situazione di Mildred, ma di fronte a quest’accusa esplicita, decidono di schierarsi dalla parte del capo della polizia Bill Willoughby. Tra i difensori di Willoughby bisogna segnalare la presenza di Jason Dixon, un giovane poliziotto con problemi di violenza incontrollata e di alcolismo, che vede in Bill una sorta di mentore.

Sono d’accordo con quello che ora state pensando: una storia cosi atroce come fa ad essere considerata non solo da me, ma anche dalla critica, come un “instant masterpiece”?
Il fatto non è la storia in sé che può anche apparire a tratti eccessiva e irrealistica, ma è la rappresentazione potente e umana dei singoli personaggi accompagnata dal black humor, la chiave di lettura centrale: Frances McDormand(la madre) ci offre un’interpretazione magistrale, senza maschere, di grande impatto, il resto del cast mi ha davvero colpito; complimenti a Woody Harrelson(lo sceriffo) e Sam Rockwell(il poliziotto), tra l’altro nominati entrambi agli Academy Awards nella categoria per il miglior attore non protagonista. Le storie dei singoli individui si incastrano perfettamente, dando armonia e coesione alla trama generale.
Il regista, Martin McDonagh, ha saputo rendere perfettamente quella che si può definire come la “lotta al sistema”; questo concetto può risultare molto “politically correct” in un paese come gli Stati Uniti al giorno d’oggi: è risaputa, infatti, la presenza di una ferita aperta tra il mondo di Hollywood e il presidente Trump. Correttezza politica a parte, il film in sé vuole trasmettere un messaggio sempre valido: non bisogna arrendersi davanti agli ostacoli e combattere in prima linea a viso aperto, se si crede in una giusta causa, nonostante la società vi guardi con uno sguardo scettico, quasi disgustato. Penso che se si vuole fare la differenza nel mondo di oggi e di domani, occorre iniziare dal proprio quotidiano senza timore di sbagliare. A volte basta solo credere in qualcosa di piccolo per realizzare un grande progetto!
Concludendo, spero che agli Oscar 2018 questa pellicola vinca almeno una delle 7 nominations che ha ricevuto!

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