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Il libro di un’antropologa italiana che disintegra troppi stereotipi sul mondo del gioco d’azzardo

Il mondo dei giochi, tradizionalmente aperto e collegato a diversi altri settori, è spesso circondato da stereotipi e luoghi comuni di diversa portata.

Si tratta di una industria, che ha collegamenti diretti con l’economia in prima istanza, ma anche con tecnologia, grafica, design, mondo digitale e innovazione. E che negli ultimi anni ha stretto rapporti diretti ed interattivi con cinema, televisione, letteratura e fumetti”, spiegano ai nostri microfoni gli esperti di Gaming Report. “Da qualche tempo il mondo del gioco però è strettamente collegato alla psicologia, scienza che studia i comportamenti cognitivi ed inconsci del giocatore”.

L’ultima frontiera è l’antropologia, per opera di una giovane dottoressa, Manuela Vinai, e del suo studio molto particolare: per quasi un anno l’antropologa ha osservato il comportamento dei giocatori nelle sale gioco del Piemonte, studiandone stile di gioco e di vita. Scattando, peraltro, una istantanea privilegiata sul mondo del gambling italiano.

La ricerca è nata su input dell’ASL di Vercelli e Biella ed è diventata presto un libro, edito da Meltemi e con un titolo significativo: I giocatori. Etnografia nelle sale slot della provincia italiana.

Un unico intento, per l’autrice: illustrare la reale conoscenza italiana sul mondo delle sale, dei bingo, e delle slot. Da parte di chi dovrebbe controllarle ma anche da parte di chi dovrebbe contrastarle. Le risposte la Vinai le ha date in maniera chiara ed inequivocabile: l’ambiente dei giochi è molto variegato, e in 24 ore vede l’alternarsi di diverse persone, per età, sesso e provenienza.

Di questi, sostiene l’antropologa, non tutti sono malati. E qui cade il primo dei luoghi comuni: il gioco non è tutto negativo e non è tutto patologico.

Eppure la società ha creato l’immagine dell’azzardo come sinonimo di malattia.

Cosa che ha portato i giocatori ad essere identificati come “malati”.

Per questo la Vinai si è detta sorpresa di come, grazie al gioco, si riescano ad instaurare relazioni, spesso sentimentali e intime, tra clienti e personale, che condividono anche grande solidarietà reciproca. spesso sono infatti i gestori e gli assistenti di sala a intervenire nei casi che presentano problematiche.

Il libro, tra le altre cose, illustra anche una serie di proposte di cambiamento, in ottica prevenzione. Investire sulla formazione e l’aggiornamento dei gestori e del personale delle slot, per sfruttare ed aumentare le competenze, responsabilizzare e sensibilizzare. Tutta la filiera, si intende: senza demonizzare spesso a vuoto e senza pretese.

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