Politica

Immigrazione Roma, Virginia Raggi su Facebook: “Forte pressione migratoria”

Passati due giorni dalle elezioni amministrative di domenica, il Movimento 5 Stelle, nelle figure di Virginia Raggi e Beppe Grillo, ritorna a discutere di migranti. Dal profilo Facebook della sindaca di Roma si legge: “Roma è sottoposta ad una forte pressione migratoria. Così non si può andare avanti. (…) l’emergenza accoglienza è una delle tante che abbiamo ereditato. Un’emergenza aggravata anche dall’inerzia di chi negli anni si sarebbe dovuto occupare dell’assistenza dei migranti”, e ancora “è ora di ascoltare i cittadini romani: non possiamo permettere di creare ulteriori tensioni sociali”.

Il conflitto sociale c’è ed è bene chiamarlo con il suo nome: guerra tra poveri. Uomini e donne esasperati da anni di condizioni di vita inaccettabili rivolgono la propria rabbia verso chi è nelle loro stesse condizioni. Un sindaco ha il compito di promuovere progetti economici e attività culturali per arginare il fenomeno, per evitare che cittadini esasperati diventino giustizieri indipendenti. La sindaca Raggi non fa altro che nascondere la polvere sotto il tappeto.

Nel suo messaggio, volto a raccogliere consenso tramite parole dure e di impatto, non si accenna minimamente a riqualificazioni, progetti di crescita e quant’altro, ma si alimenta la convinzione che sia il migrante a generare conflittualità. Si è davanti alla stessa retorica che inonda i giornali e le televisioni tutti i giorni, dove le opinioni personali di un gruppo di persone urlate alla telecamera diventano verità incontrovertibili. Il razzismo latente di questi discorsi è inaccettabile se diffuso da televisioni e giornali, ma ancora di più se diffuso da una figura istituzionale. Scrivere di una faccenda così complessa in poche righe, fomentando irrazionalità varie porta a commentare così (commenti sono presi dal post originale): “Non ne possiamo proprio più. Basta migranti a Roma, qui sono tantissimi, passa anche la voglia di uscire”; “Bisogna fare semplicemente pulizia di rom e clandestini. La vedo dura”; e ancora: “Se non togliete i rom e gli immigrati da Roma puzzerà sempre”; “c’è poco da scrivere. Devi andare dalle forze dell’ordine e ordinare che li mandino indietro da dove sono arrivati. Il resto è tutto un bel parle’”.

Tornando alle parole della prima cittadina c’è anche da notare come a priori venga scaricata la responsabilità dell’emergenza ”all’inerzia di chi negli anni si sarebbe dovuto occupare dell’assistenza dei migranti”. Il riferimento è chiaro. Si parla di Mafia Capitale e dell’ingerenza sulle cooperative dell’accoglienza. La sindaca sa anche bene che dietro le “tensioni sociali” e in particolare quelle di Tor Sapienza del 2014 ci sono persone che non è opportuno nominare, se non altro per non ricordare eventi passati decisamente sgradevoli.

Una perdurata cattiva gestione del territorio, che tra l’altro è da retrodatare all’amministrazione Alemanno, diventa motivazione per continuare a non camminare verso una soluzione costruttiva ed inclusiva. Semplicemente quando lo scaricabarile non sortisce più effetto (tanto da non dover più nominare i diretti interessati), si cerca un capro espiatorio per nascondere l’incapacità di fornire il diritto all’inclusione. Per italiani e non.

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Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia e Culture Globali presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.
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