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Prato, visite private durante orario d’ufficio: arrestati quattro medici

Quattro medici dell’Ospedale di Prato e tre cittadini cinesi sono finiti agli arresti domiciliari per truffa aggravata e peculato ai danni dello Stato. Il personale sanitario effettuava visite private, durante l’orario di lavoro, usando le strutture e i mezzi dell’Azienda sanitaria, incassando le parcelle in nero. I quattro medici, Elena Busi, Simone Olivieri, Ciro Comparetto e Massimo Martorelli, erano tutti ginecologi. I tre cittadini cinesi arrestati, Wu Lihua, Li Jie e Zhou Qiongyingsvolgevano il ruolo di intermediari. Le pazienti dei ginecologi venivano mandate dai mediatori, che intascavano la parcella e la dividevano con i medici. Le ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari sono state emesse dal gip di Prato, su richiesta della procura. La parcella richiesta andava dai 100 ai 150 Euro. Ad altre quattro persone è stata notificata la misura dell’obbligo di firma. Sono diciotto, al momento, le persone indagate.

Visite private durante l’orario d’ufficio: medici sospesi

L’Azienda sanitaria Toscana ha annunciato la sospensione dei medici arrestati. L’Asl “ha immediatamente applicato le vigenti normative e attuato la sospensione dal servizio. Nei confronti dei medesimi dipendenti è stata anche attivata l’ulteriore procedura per la valutazione della responsabilità disciplinare”.

Le indagini sono partite nell’autunno dello scorso anno, quando una ragazza cinese si era sentita male per aver assunto delle pillole per abortire. La ragazza aveva raccontato di essersi rivolta a una mediatrice che l’aveva messa in contatto con un medico italiano. Sarebbe stato il medico a procurarle le pillole per indurre l’aborto. Da lì sono partite le indagini, svolte dai carabinieri del nucleo investigativo e coordinate dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli. Una perizia ha accertato che quei medicinali potessero provenire soltanto dall’ambito ospedaliero: le intercettazioni telefoniche hanno consentito di risalire ai medici implicati nella truffa. Alle pazienti che si erano rivolte ai medici arrestati non viene contestato nulla, supponendo che non sapessero come funziona il sistema della prenotazione, tramite cup, del sistema sanitario regionale toscano.

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