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Cantù Basket: rischio fallimento?

Sul parquet (a prescindere dai risultati) i cestisti di Cantù stanno onorando la canotta che indossano, rendendo orgogliosi i propri tifosi: lo stanno facendo perché stanno giocando con grande attaccamento alla maglia, lo stanno facendo nonostante non abbiano preso parte degli stipendi, dimostrando a tutti che il valore umano vale più di quello economico.

Pallacanestro Cantù: la situazione

Se i cestisti di Cantù vanno giustamente lodati, lo stesso non si può certamente fare con il suo proprietario, l’ucraino Dmitrij Gerasimenko, sul quale a seguito di “presunti” imbrogli da lui effettuati tramite le sue acciaierie, pende un mandato d’arresto internazionale; situazione che lo “costringe” da diverso tempo a vivere a Cipro, difatti nella terza isola per estensione del Mar Mediterraneo (dopo Sicilia e Sardegna) non viene applicata l’estradizione.

Ancora non è chiaro se l’eccentrico ucraino proprietario della compagine brianzola abbia realmente problemi economici o se, semplicemente, sia impossibilitato ad usare i propri soldi dato che gli sono stati bloccati, fatto sta che con il suo agire poco limpido sta portando la Regina d’Europa cioè Cantù  al fallimento. Per lui far fallire una squadra non sarebbe di certo una novità, infatti ha già fatto fallire la squadra russa del Krasniy Oktyabr (Ottobre Rosso), società che però a dire il vero aveva fondato egli stesso.

L’ultimo problema che ha colpito la società brianzola riguarda il Toto Caimi (struttura dove i lombardi si allenano), su tale questione circolano due voci: infatti, alcuni credono che Cantù sia impossibilitata ad allenarsi per non aver effettuato svariati pagamenti, mentre altri affermano che, semplicemente, i  proprietari dell’impianto abbiano cambiato le chiavi d’ingresso alla struttura solo perché in disaccordo con l’atteggiamento della società che non sarebbe stata ai patti riguardo gli orari di utilizzo dell’impianto.

La nostra speranza è che Cantù risolva i propri problemi perché il basket italiano non può fare a meno della gloriosa società lombarda. Forza Cantù siamo tutti con te.

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