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Uragano Harvey: massima allerta e stato d’emergenza in Texas

USA-Uragano Harvey. La riprova che la Natura prescinda dall’uomo e possegga vita e forme proprie per esprimersi. Un’amara sorpresa per gli americani; scoprire che, questa perturbazione meteorologica, partita come una tempesta tropicale abbia assunto le vesti e le fattezze di un uragano in piena regola non lascia indifferenti. Un uragano come non se ne vedevano, a Corpus Christi, considerata “il ground zero” per il punto d’impatto, da almeno 12 anni. Una creatura del cielo magistale eppur brutale che si rinforza di ora in ora. Scopriamone insieme i tratti “salienti”.

Un uragano “potenzialmente devastante”

Così è stato definito da molti istituti di meteorologia statunitense; nemmeno il National Hurricane Center fa eccezione, avendo per prima comunicato la “mutazione” della tempesta in uragano. E’ dunque allarme in Texas, dove secondo gli esperti, Harvey dovrebbe raggiungere fra stasera e sabato(per la precisione sabato mattina, ora italiana) la categoria 3 nella scala Saffir Simpson; in queste ore è già giunta alla categoria 2 e numerosi sono gli aggiornamenti forniti in merito proprio dal National Hurricane Center. Fra bollettini in tempo reale, mappe multimediali delle zone d’impatto e podcast l’America non può far altro che correre ai ripari.

Il timore, del tutto fondato è che possano verificarsi i medesimi effetti mortali dell’uragano Katrina, che proprio nel 2005 devastò gli States. Brock Long, capo dell’Ente Federale USA per la gestione delle emergenze (FEMA) ha così tenuto a ricordare “Se le autorità locali vi hanno invitato a lasciare lo stato, sappiate che il vostro tempo sta scadendo“. Una dichiarazione forte che rende bene la preoccupazione che si sta alimentando intorno all’uragano Harvey.

Si stima che l’uragano potrà produrre fino a mercoledì,  sulla costa del Texas, fra i 38 e i 63 centimetri di piogge;  in alcuni casi anche fino a 89 centimetri. Le piogge potrebbero riguardare diverse parti del sud, centro ed est del Texas e la valle del Mississippi.

In questo Update del National Hurricane Center si parla già di un sovraccarico nelle maree in zona Corpus Christi e Port Aransas, stimato in un rischio di esondazione passato da 1 a 2 piedi, attualmente in corso.

Uragano Harvey: mentre il Texas si prepara, dalla Casa Bianca…

Giungono i primi “cinguettii” immediatamente divenuti virali con l’hashtag #HurricaneHarvey. Primo fra tutti quello del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, prontamente riportato in “retweet” dal Vice Presidente Pence, che ricorda agli statunitensi e al mondo quanto si stia potenziando in questi frangenti l’uragano Harvey. Non manca di aggiungere che le proprie preghiere “per la sicurezza” siano con chi si trovi nelle vicinanze della tempesta. E proprio Donald Trump, intervenendo via Twitter, ha ricordato agli americani di essere previdenti, segnalando i portali ufficiali su cui seguire l’evolversi della perturbazione.

Intanto, per quanto riguarda i servizi federali americani che si occupano delle operazioni di soccorso c’è un continuo ribadire che il Texas subirà disastri di seria entità; rinnovano ulteriormente l’appello, per gli abitanti delle zone minacciate da inondazioni, a lasciare la zona evacuandola nel minor tempo possibile.

I venti che accompagnano l’uragano si sono rinforzati già nell’ordine  massimo dei 175 km/h ma, stando alle previsioni sempre in aggiornamento la forza potrebbe giungere a toccare persino i 210km/h. Il già citato National Hurricane Center, visto quanto preso in esame poc’anzi prevede allagamenti “potenzialmente mortali“. Greg Abbott, governatore del Texas, ha provvidenzialmente già dichiarato lo stato di calamità in 30 contee, attivando il di per sé indicativo numero di ben 700 uomini della guardia armata e aerea a mobilitarsi per venire in aiuto delle  ormai certe inondazioni.

Market presi d’assalto, scuole e uffici chiusi

Prevedendo gli esperti precipitazioni per 6 giorni consecutivi, con livelli idrici che potrebbero rapidamente raggiungere l’altezza di un metro, il distretto scolastico di Houston (il più grande in Texas), ha preferito rinviare l’inizio delle lezioni previsto per lunedì.  Anche le società energetiche hanno prontamente provveduto a chiudere le raffinerie, evacuando in sicurezza e con largo anticipo gli operai dalle piattaforme offshore situate nel golfo del Messico, fermando le trivellazioni sulla costa nel Texas meridionale.

Presi invece letteralmente d’assalto grandi store e market, dove in queste ultime ore gli scaffali si sono svuotati. Non sono previsti nuovi rifornimenti fino alla fine delle prossima settimana; casse d’acqua, inscatolati da dispensa e a lunga conservazione dunque i prodotti più ricercati e acquistati. In molti hanno già provveduto a riparare le proprie abitazioni con pannelli chiodati alle finestre e porte e rinforzi di sacchi di sabbia a barriera, per cercare di salvaguardare i propri beni. Non sono mancate partenze dei più previdenti negli aeroporti più vicini, prima che la tempesta tropicale rinforzasse e rendesse impossibile gli spostamenti da parenti e amici lontano dalle zone a rischio.

In dettaglio, per le due cittadine di Port Aransas e Portland è stato diramato un ordine di evacuazione obbligatoria alle 12 di ieri, ora locale. Per Corpus Christi, invece, considerato fulcro e zona principale in cui si abbatterà il tornado, l’ordine di evacuazione è per ora facoltativo. Si prevede che la tempesta si soffermi sullo stato del Texas almeno fino a mercoledì.

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