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Chi è Maurizio Landini? Segretario generale della CGIL

Maurizio Landini è il nuovo segretario della CGIL, raggiunta l’intesa durante la notte con la successive nomine a vicepresidente di Gianna Fracassi e Vincenzo Colla. La segreteria sarà composta in tutto da dieci membri, di cui sette provenienti dall’area dell’ex segretaria Susanna Camusso e tre da parte di Colla, un accordo preso per evitare l’eventualità di una spaccatura in seno al sindacato. Le trattative che hanno portato alla scelta di Landini sono proseguite a lungo, ma alla fine è stato decisivo il passo indietro di Vincenzo Colla per spianare la strada alla nomina del nuovo segretario che verrà rettificato giovedì pomeriggio dal congresso nazionale di Bari.

Venerdì i lavori del congresso si concluderanno invece con il saluto alla segretaria uscente Susanna Camusso, che per ben otto anni è stata ai vertici della CGIL, ed il discorso di benvenuto dell’ex segretario della FIOM. Proprio la segretaria uscente ha lanciato dal palco di Bari un appello all’unità sindacale che era stata minata dalla spaccatura tra l’ala favorevole a Landini e quella al suo vice Colla che ha dichiarato:<< Abbiamo deciso che Maurizio Landini si candiderà a fare il segretario generale di tutti, le divisioni hanno portato sempre sciagure>> legittimando il suo passo indietro per il bene della CGIL.

Chi è Maurizio Landini?

Il nuovo segretario della CGIL nasce a Castelnovo ne’Monti il 7 agosto del 1961, ma è cresciuto a San Polo d’Enza dove, costretto a lasciare il geometra per aiutare economicamente la sua famiglia, inizia a lavorare in un’industria metalmeccanica, esperienza decisiva per la sua crescita come lui stesso ha raccontato:<< Ho cominciato a lavorare a 15 anni, a fare l’apprendista saldatore. Eravamo un gruppo di ragazzi giovani, lavoravamo in una cooperativa di Reggio Emilia. Dovevamo lavorare all’aperto, faceva freddo d’inverno e c’era un disagio. Non è che volessimo lavorare meno, volevamo vedere riconosciuto questo disagio e abbiamo chiesto alla cooperativa di affrontare questo problema. Era una cooperativa rossa, eravamo tutti iscritti al Partito Comunista e i dirigenti ci dissero che sì, avevamo ragione, però dovevamo tenere conto che la cooperativa aveva dei problemi e che dovevamo fare degli sforzi. Io ero giovane e d’istinto mi venne di interromperlo e di dirgli “Guarda, tu sei un dirigente, e io in tasca ho la tessera del partito che hai anche tu. Però ho freddo lo stesso” Li ho capito una cosa: il sindacato deve rappresentare le condizioni di chi lavora e non deve guardare in faccia nessuno>>.  Un’illuminazione che porta Giovanni Landini a metà degli anni 80 ad entrare  nella FIOM come delegato sindacale ed in cui diventa poi segretario generale in Emilia-Romagna, una scalata che si conclude nel 2005 con la nomina a segretario nazionale, ruolo nel quale si distingue per le sue battaglie nel mondo degli elettrodomestici, Indesit ed Electrolux, e nel mondo delle due ruote, emblematico il caso Piaggio. Nel 2011 dà alle stampe il libro Cambiare la fabbrica per cambiare il mondo, la FIAT, il sindacato, la sinistra assente edito per la Bompiani in cui ripercorre la storia della fabbrica ed il suo rapporto col defunto Marchionne e nello stesso anno partecipa come parte civile nel processo contro la Thyssen. Dopo aver passato gli ultimi anni a lottare per i lavoratori dell’Ilva di Taranto ha promosso nel 2015 il progetto Coalizione Sociale, un nuovo soggetto politico che non ha però riscontrato fortuna e seguito, per poi lasciare la carica di segretario della FIOM per entrare a far parte della Segreteria Nazionale della CGIL.

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