Politica

Confronto Merkel-Schultz: duello su Turchia, Migranti e Corea del Nord

Tante divergenze, ma anche molti punti in comune. A tre settimane dal voto decisivo per il rinnovo del Bundestag, che si terranno il prossimo 24 settembre, la cancelliera Angela Merkel e lo sfidante socialdemocratico Martin Schultz si sono affrontati in un faccia a faccia televisivo di 90 minuti trasmesso sui 4 canali nazionali. Molte le questioni sul tavolo, dai migranti alla povertà, dal tensioni in estremo Oriente al rapporto con la Turchia.

Merkel vs Schultz: gli argomenti del duello in diretta tv

E tra i due sfidanti gli analisti non hanno dubbi su chi sia il vincitore: sempre lei, Angela Merkel, al potere da 12 anni e in corsa per il quarto mandato. Secondo un sondaggio di Ard si sono espressi a favore della leader della Cdu il 55% degli spettatori, mentre l’ex presidente del Parlamento europeo ha convinto solo il 33%. A questo punto sembra impossibile che la Spd raggiunga o superi la formazione della cancelliera, visto il distacco di 15 punti percentuali.

Tensione alle stelle quando si parla di Turchia: “Se divento cancelliere interromperò i negoziati per l’ingresso della Turchia in Europa”, ha tuonato Martin Schulz, secondo il quale “Erdogan ha oltrepassato ogni linea rossa” e capisce “un solo linguaggio: adesso basta”. “Un ingresso nell’Ue non l’ho mai visto, erano i socialdemocratici che lo appoggiavano” ha risposto risolutamente Merkel allo sfidante, puntualizzando di non voler rompere sulla Turchia “solo per fare a gara su chi ha la posizione più dura”. E concludendo, la leader della Csu taglia corto: “Al momento i negoziati non esistono” , al massimo bisogna cercare “l’unanimità dell’Europa per interromperli”. Sarà questa, per la cancelliera, la strada da battere.

Braccio di ferro anche sulla questione migranti: “Rifarei tutto quello che ho fatto” ha sostenuto la cancelliera in merito alla decisione presa nel 2015 di accogliere 60 mila rifugiati siriani, una delle più controverse del suo terzo mandato. Senza giri di parole parte l’affondo di Schulz: secondo il leader dell’Spd fu sbagliato aprire le frontiere senza consultarsi con i partner europei. Ma anche qui  Merkel risponde risoluta: “Era necessario, all’epoca, prendere una decisione”. E non si risparmia la frecciatina, ricordandogli come sia molto difficile consultarsi con leader europei come Viktor Orban. Ma a questo punto anche Schulz si toglie un sassolino dalla scarpa: “Allora mi spieghi perché la Csu invita Orban in Baviera”. Sul tavolo anche la questione nordcoreana: “Non vedo una soluzione senza gli Usa”, ha detto Merkel, precisando come questa debba essere “diplomatica e pacifica”. Un tema che ha visto una convergenza delle posizioni, in primis uno scetticismo sul fatto che Donald Trump possa gestire al meglio la crisi. “E’ una questione di guerra e pace” hanno infine concordato Merkel e Schulz.

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Un altro momento di tensione è stato sul tema delle diseguaglianze sociali. Qui Schulz è apparso più adeguato ad affrontare la questione, forte del cavallo di battaglia dell’Spd per queste elezioni. Il leader socialdemocratico ha attaccato la vaghezza della cancelliera sulla questione, accusandola di ignorare le ansie della popolazione di fronte a condizioni di lavoro sempre più precarie. “Una sola cosa è sicura: con me mai in pensione a 70 anni” gli ha risposto la cancelliera. “Finalmente! Una posizione chiara, mi fa piacere” gli ha risposto il leader Spd. Ultimo, ma non meno importante, il tema delle alleanze. Merkel ha dichiarato che non farà mai una coalizione con il partito di estrema destra antimigranti Afd o con la sinistra-sinistra della Linke. Più cauto Schulz: se un’alleanza con Afd è impossibile, non è totalmente da escludere un accordo con la Linke.

Merkel vs Schultz: i risultati dei sondaggi

Secondo gli ultimi sondaggi la Cdu-Csu è in testa delle intenzioni di voto, e una riconferma del mandato della Merkel appare l’unica certezza di queste elezioni: secondo il trend dei sondaggi i cristiano democratici avrebbero staccato i socialdemocratici di circa 14-15 punti, registrando, rispettivamente, il 38% contro il 24%. Grande incognita è invece l’ultradestra dell’Afd, tornata intorno al 9% dopo mesi di calo, abbondantemente oltre la soglia di sbarramento. Se i sondaggi si rivelassero esatti, la formazione populista potrebbe contare su una sessantina di deputati: sarebbe la prima volta che un partito di destra radicale e nazionalista varcherebbe le soglie del Bundestag, con tutte le conseguenze del caso. Stabile anche la sinistra-sinistra della Linke, data al 9%, mentre in buone condizioni appaiono anche i Liberali Fdp, che registrano un consenso tra l’8 e il 9%. I verdi, invece, si aggirano al 7%.

Dopo il voto partirà la corsa alle alleanze per la formazione del governo, sulle quali c’è molta incertezza: una riedizione della grosse koalition tra cristianodemocratici e socialdemocratici non è impossibile, ma se la Fdp mantenesse i consensi attuali sarebbe possibile la costituzione di un governo e di una maggioranza di centrodestra simile a quello della legislatura 2009-2013. Ma per la prova del 9 dobbiamo attendere il 24 settembre.

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