Lavoro

I codici della fattura elettronica: codice destinatario, univoco, tipo documento e natura IVA

Riuscire a navigare correttamente nel mondo della fatturazione non è così semplice a volte, in quanto richiede l’applicazione di alcune procedure particolari e la conoscenza di determinati sistemi burocratici.

Dal 1° gennaio 2024, inoltre, comprendere come funziona la fatturazione elettronica diventa imperativo perché questa diventerà obbligatoria per tutti, anche chi è in regime forfettario.

Tra i diversi elementi che la compongono, esistono alcuni codici da applicare e che vanno conosciuti approfonditamente, come quello destinatario, univoco, il tipo documento oppure la natura IVA.

Tutte queste specifiche sono rilevanti dal momento in cui il Sistema di Interscambio, che si occupa di ricevere e inviare le fatture ai rispettivi destinatari in modo tracciato e univoco, li utilizza proprio per riuscire a interpretare correttamente tutte le informazioni rilevanti.

Nell’articolo che segue forniremo quindi una panoramica sulla natura della fattura elettronica e, soprattutto, quali sono i codici fondamentali da inserire.

Cos’è la fattura elettronica

La fattura elettronica, diventata obbligatoria dal 1° gennaio 2019 , ha rivoluzionato il panorama della documentazione fiscale per i proprietari di partita IVA, richiedendo un approccio digitale e preciso.

Questo documento, equivalente della tradizionale cartacea, rappresenta una modalità sicura ed efficiente di trasmissione delle informazioni tra mittente e destinatario.

La sua creazione impone il rispetto rigoroso di regole definite dal Decreto Legislativo 52/2004, tra cui l’utilizzo del formato XML, la firma digitale per alcune categorie di transazioni e l’inserimento di codici identificativi per la trasmissione.

È inoltre fondamentale il ruolo del Sistema di Interscambio (SdI), gestito dall’Agenzia delle Entrate, che le controlla e inoltra alle relative destinazioni. L’obbligo di fatturazione elettronica si estenderà anche ai contribuenti in regime forfettario dal 1° gennaio 2024, rendendo importante quindi che tutti comprendano il funzionamento di questo processo.

La decisione di svolgere tutto in formato digitale, infine, non solo ottimizza le pratiche contabili ma contribuisce all’efficienza ambientale, riducendo infatti l’uso di carta, oltre che garantire la massima tracciabilità di tutti i movimenti e le operazioni fiscali.

Di cosa si compone la fattura elettronica

La struttura della fattura elettronica è un intricato insieme di informazioni essenziali per garantire la sua validità legale e fiscale.

Tra i requisiti fondamentali, troviamo:

  • la data di emissione;
  • il progressivo numero univoco della fattura;
  • i dettagli del cedente o prestatore e del cessionario o committente, comprensivi di denominazione, indirizzo, e numero di partita IVA.

La descrizione dettagliata dei beni o servizi, insieme a quantità e prezzi, costituisce un elemento fondamentale da non tralasciare nella sua compilazione, così come l’indicazione della data di pagamento, se differita dalla data di emissione.

Nel contesto delle fatturePA, destinate alle amministrazioni pubbliche, si aggiungono ulteriori elementi come il codice identificativo della PA destinataria (IPA), il codice identificativo di gara (CIG), e il codice unico di progetto (CUP).

Nel caso invece di fatture emesse nel regime forfettario, si devono aggiungere specifici dettagli conformi all’articolo 21, comma 2, D.P.R. 633/1972, tra cui alcune  diciture obbligatorie.

L’utilizzo di un software di fatturazione elettronica si rivela in questo contesto indispensabile per garantire la conformità con tali requisiti e semplificare il processo di emissione.

Quali codici vengono richiesti nella fattura elettronica e quali sono

La fattura elettronica, cuore pulsante delle transazioni commerciali digitali, si traduce in un intricato linguaggio di codici che delineano ogni aspetto dell’operazione e che serviranno al SdI per il loro corretto invio e recapito.

Al centro di questo mondo cifrato troviamo prima di tutto il Codice Destinatario, un’identificazione alfanumerica di 7 cifre cruciale per le imprese e i liberi professionisti.

Nel caso di transazioni con la Pubblica Amministrazione, questo è sostituito dal Codice Univoco per la Fattura Elettronica, un codice a 6 caratteri destinato a garantire la sua corretta consegna.

Ogni transazione commerciale è poi unica ed è identificata quello che viene chiamato Codice Tipo di Documento: una stringa identificativa che gioca un ruolo chiave nella categorizzazione delle operazioni.

La variabilità della tassazione è poi riflessa nei Codici Natura IVA. Ciascuno di questi, infatti, corrisponde a una specifica condizione fiscale, da esenzioni a regimi speciali come l’inversione contabile per determinati settori.

La loro corretta applicazione è essenziale per una dichiarazione fiscale accurata e risponde alle diverse sfaccettature della normativa tributaria.

Per coloro che devono applicare ritenute previdenziali, inoltre, il sistema fornisce una gamma di Codici per le Ritenute Previdenziali. Dall’applicazione di ritenute a persone fisiche a contributi specifici come Enpam, la scelta riflette il tipo di impegno previdenziale associato alla transazione.

In conclusione

La corretta interpretazione e applicazione dei codici all’interno di una fattura elettronica è fondamentale per garantire una trasmissione precisa delle informazioni al Sistema di Interscambio.

In caso di dubbi, la consulenza del Commercialista è quindi preziosa per navigare tra le insidie del linguaggio digitale e garantire la conformità alle normative vigenti.

La chiave per una gestione efficiente delle transazioni digitali risiede nella loro padronanza, veri e propri segreti digitali che guidano il flusso delle transazioni nell’era elettronica.

Per conoscerli nello specifico è possibile consultare le tabelle ufficiali rilasciate dall’Agenzia delle Entrate stessa, ma se si ha possibilità di utilizzare un software di fatturazione elettronica il processo è fortemente facilitato.

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