Attualità

Telegram, il canale preferito dai terroristi

Gli agenti della polizia della sezione cyber terrorismo della postale di Trieste e della Digos, con l’obiettivo di individuare i membri del canale Telegram ”Khalifah News Italy“, hanno dato vita ad una grossa indagine che ha portato in questi giorni all’identificazione di un ragazzo italiano di origine algerina.

Il ragazzo usando Telegram gestiva due gruppi a favore dell’ISIS. I gruppi contenevano intorno ai sessanta membri e i contenuti delle conversazioni venivano tradotti in più lingue, tra cui l’italiano, lo spagnolo ed il francese. Usava dei meccanismi di protezione della sua identità come alcune reti private virtuali e la rete TOR, che permette a chi la utilizza di camuffare la propria identità online e navigare siti altrimenti inaccessibili. Non è finita qui, perché dalle pagine delle conversazioni di Telegram era evidente che il ragazzo stesse progettando di costruire un dispositivo rudimentale da usare forse a scuola, che però non è risultato in suo possesso quando, in seguito ad un pedinamento, l’analisi del suo zaino – fatta dagli agenti – non ne ha rivelato la presenza. Lo zaino conteneva solamente dei manoscritti ed una bandiera dell’ISIS costruita in maniera artigianale. La procura di Trieste ha affidato il ragazzo ad un Imam per fargli cominciare un percorso di deradicalizzazione.

Questo fenomeno evidenzia come la minaccia terroristica sfrutti gli ambienti virtuali a supporto delle azioni materiali. Il terrorismo non è nuovo, sono invece nuovi i mezzi usati per propagandare quei messaggi di terrore atti a persuadere gli individui a compiere determinate azioni. L’affermazione del web 2.0 e con esso le reti sociali e la messaggistica istantanea ha fornito dei mezzi di alto valore tecnologico a tutti coloro che, nutrendo malsane intenzioni, nei tempi passati avrebbero avuto difficoltà nel procurarsi gli strumenti per compiere atti scellerati e disumani. Oggi la facilità di accesso a tali strumenti permette anche ai minori di entrare in contatto con delle particolari realtà, virtuali, studiate appositamente per influenzare le menti, manipolare l’opinione di specifici gruppi sociali, che come possiamo osservare da questi eventi trasformano anche i minori stessi in artefici della propaganda di cui sono stati vittima.

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