Cinema

Brando Improta: Biografia e Intervista al regista e attore

Brando Improta è, come si suol dire, un tuttofare. Si, perchè nei suoi film oltre ad essere regista e sceneggiatore, ci mette l’anima, l’impegno, , dedizione e, soprattutto, la faccia. Nei suoi lavori, nelle sue sceneggiature, tra i protagonisti troviamo sempre lui. Non deve essere facile dirigere se stessi e gli altri al tempo, ma per lui non è mai stato un problema. Il suo primo film è stato “La crociata dei buffoni”, in cui ha recitato il celebre Francesco Paolantoni. Tra gli altri film troviamo “Il falco e la rondine” ispirato ad un brano di Gigi D’Alessio. Negli ultimi tempi ha girato una webserie. Ci parlerà di questo e di altri temi in quest’intervista.

Partiamo dal tuo nuovo lavoro la webserie “La vita come viene” che vede, tra gli altri, la partecipazione di Maurizio Capone e Neri Parenti. A cosa ti sei ispirato per la trama?

“Mi trovavo a Milano ospite da un amico, per caso camminando per strada mi sono accorto di un box dove i passanti potevano scambiare libri in forma anonima. Da lì ho pensato che avrei voluto costruirci attorno qualcosa. Poi giorni dopo ho rivisto una commedia degli anni ottanta di Marco Risi, “Un ragazzo e una ragazza”, che fece da prototipo anche per “Harry ti presento Sally”, con questa coppia che si incontra a fasi alterne, con vari gap temporali tra un incontro e l’altro, e quella struttura mi piaceva molto. E infine da tempo volevo ambientare una serie all’Ennò, il bar che poi è stato usato per le riprese. Quando ho capito che invece di scrivere tre storie diverse potevo combinare insieme questi elementi, la sceneggiatura ha preso forma”.

In questa serie ci sono diversi attori, tra i quali gli studenti di acting junior della Scuola di cinema di Napoli. Oltre alla sceneggiatura e regia, ti occupi anche di recitazione: per la scelta dei personaggi dei tuoi lavori, hai un prototipo di “attore ideale”?

“Mi piace quando gli attori sono molto naturali. Anche se vanno qualche volta sopra le righe, mi piace se lo fanno con scioltezza senza risultare impostati o eccessivamente carichi. Si racconta che Alberto Sordi, quando in un incontro Andy Warhol gli chiese come faceva a passare da un personaggio all’altro, lui rispose “Mi cambio il cappello”. Ecco penso lo abbia detto perchè lui costruiva ogni personaggio con estrema naturalezza, dal comico al drammatico, e nella preparazione in fondo l’orpello in più lo davano solo i costumi.
Quello che ho chiesto ai ragazzi di Acting Junior infatti è stato di buttare via le frasi come in un dialogo semplice e quotidiano fra loro, senza pensare troppo a come la dicevano, se bene o male. A volte concentrarsi troppo e cercare di far uscire una battuta in un certo modo la fa apparire forzata”.

Dal lungometraggio alla WebSeries: cosa cambia in termini di scrittura e di regia? Cosa invece cambia, dal punto di vista interpretativo, nel metodi di approccio al copione?

“Quando scrivi un film devi fare in modo che lo spettatore rimanga agganciato dopo il primo atto, in modo che poi resti coinvolto nella trama fino alla fine. Secondo me scrivere e girare una trama che si snoda in diverse puntate vuol dire ripetere questo processo più volte. Chi guarda deve restare agganciato verso la fine di ogni episodio, altrimenti potrebbe annoiarsi e smettere di guardare le puntate. Quando finisce un episodio bisogna chiedersi, che accadrà in quello dopo ? E l’inizio della successiva deve darti una parziale risposta. In effetti è più difficile, perchè non bastano tre o quattro svolte lungo la trama, ma ne servono tante almeno quanti sono gli episodi. Se poi è una commedia, come la nostra, è forse ancora più complicato, perchè non puoi far ricorso a colpi di scena “facili” come possono esserlo quelli di un giallo o di un thriller”.

“Come attore invece è uguale, hai un personaggio che si sviluppa in un determinato arco narrativo, parte da un punto per arrivare ad un altro. E non cambia nell’approccio al copione il fatto che sia poi diviso in episodi, quando prepari la parte lo percepisci sempre come un flusso continuo”.

Con questa Serie avete vinto una menzione speciale per la categoria “Miglior serie commedia” al Tuscany web fest. Ti va di raccontarci quest’esperienza?

“È stato molto bello. Sia perchè quando ti riconoscono che stai facendo un buon lavoro è sempre gratificante, ma anche per la professionalità con cui era organizzato il festival. La bravura e la competenza del direttore Emanuel Nencioni e della sua squadra mi ha fatto sentire ancora più orgoglioso del premio, perchè se vieni giudicato da chi vedi davvero attento nel selezionare e costruire una manifestazione del genere allora senti che quel premio vale più di altri. E poi ho visto le puntate pilota delle altre serie in gara, c’era molta qualità e questo anche mi fa sentire orgoglioso di questa menzione speciale. È stata una giornata di meeting, proiezione e premiazione davvero bella, anche solo per l’esperienza di essere lì e di assistere a tante creatività diverse”.

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Quali sono i progetti futuri di Brando Improta?

“Ho scritto la seconda stagione de “La vita come viene”. Pensavo che la storia fosse finita nei primi dieci episodi, invece poi è arrivata l’idea, e come un treno in un mesetto avevo già pronto il copione. L’avrei girata anche se la prima fosse andata male, ma per fortuna sta andando bene, e quindi a maggior ragione mi sono convinto. Iniziamo a girare tra un mese, e credo sarà online all’inizio del prossimo anno”.

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