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Cassa integrazione in deroga, nel Decreto Rilancio procedura semplificata

Il Decreto Rilancio prevede una notevole semplificazione delle procedure per la cassa integrazione in deroga in modo tale che possa arrivare più velocemente.

Il Decreto Rilancio prevede nuovi finanziamenti per la cassa integrazione in deroga e, soprattutto, si propone di snellire le procedure per accelerare i pagamenti.

Il premier Conte ha annunciato finalmente i provvedimenti economici contenuti in quello che alla fine è stato ribattezzato Decreto Rilancio. Come avvenuto per il Cura Italia, anche questo nuovo decreto punta forte sulla cassa integrazione come ammortizzatore sociale per far fronte agli effetti della crisi sui lavoratori. Nelle ultime settimane il Governo era finito al centro delle critiche per i notevoli ritardi nell’erogazione della cassa integrazione in deroga che adesso dovrebbe arrivare in maniera più veloce nelle tasche dei lavoratori.

Nuova procedura per la cassa integrazione in deroga

La nuova procedura prevista dal Decreto Rilancio per ottenere la cassa integrazione in deroga non dovrebbe più passare dalle Regioni. In pratica la richiesta arriverà direttamente all’Inps che poi dovrebbe entro 15 giorni procedere al pagamento di un anticipo del 40% del dovuto.

Il datore di lavoro deve presentare richiesta all’Inps entro il 15 del mese in cui inizia la sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. Successivamente l’ente previdenziale esamina la domanda e, se idonea, procede all’anticipo del 40% calcolato sulle ore autorizzate per l’intero periodo a cui fa riferimento la domando.

In una fase successiva il datore di lavoro completerà la trasmissione dei dati all’Inps che poi provvederà a pagare il resto di quanto dovuto al lavoratore o all’azienda che ha anticipato i soldi ai propri dipendenti. La speranza ovviamente è che questa nuova procedura funzioni e porti effettivamente vantaggi a lavoratori e imprese.

Cassa integrazione ordinaria estesa

La cassa integrazione ordinaria nel Decreto Rilancio è stata estesa di cinque settimane fino al 31 agosto e per altre quattro settimane per il periodo che va dal 1 settembre al 31 ottobre. Non è escluso, ovviamente, che si renda necessaria un’ulteriore estensione se la ripresa economica dovesse tardare. La speranza ovviamente è che, con lo scemare dell’epidemia, si renda sempre meno necessario questo ammortizzatore sociale.

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Emanuele Terracciano

Nato ad Aversa (CE) il 22 agosto 1994 e laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Salerno. Collaboro con i siti di Content Lab dal 2015 occupandomi di sport, politica e altro.
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