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Luciana Frazzetto, “Nei Panni di Una donna” dal 13 al 14 Gennaio al Teatro Uniko: intervista a Newsly.it

Per Newsly.it, Daniela Merola ha intervistato Luciana Frazzetto, attrice di teatro che fin da tenera età ha saputo cosa voler fare da grande: lavorare nel mondo della recitazione e dello spettacolo. Un’intervista-racconto in cui Luciana svela anche qualche segreto professionale che vi lascerà a bocca aperta. “Nei panni di una donna” è l’ultimo lavoro che l’attrice porterà in scena il 13 e 14 gennaio al Teatro Uniko di Lavinio, Anzio. Ecco l’intervista esclusiva.

Luciana, tu sei siciliana di Bagheria, un posto così particolare che Giuseppe Tornatore ci ha intitolato un film. Che ricordi hai tu  della tua Bagheria?

“Io esattamente sono nata ad Aspra, a 2Km da Bagheria. Una borgata marinara che si affaccia sul Golfo di Palermo. Però sono andata via all’età di due anni. Ci sono poi tornata a  diciassette anni. E’ stato un tuffo nel cuore. Ho visto la casa dipinta di celeste. La casa di fronte la spiaggetta dei pescatori dove sono nata, dove la mia mamma mi ha partorita. E’ un angolo di paradiso. Sentire l’odore forte delle “Sarde” sotto sale che mi è sempre rimasto dentro.

Lo sai che ad Aspra esiste il Museo dell’Acciuga? Un museo privato creato dai due fratelli Michelangelo e Girolamo Balistreri che racconta le tradizioni della pesca e la storia della conservazione dell’acciuga sotto sale. La mia è una terra meravigliosa fatta di sole, di mare, di arte, di grandi artisti, e di semplici pescatori  con il viso rugoso, abbronzato e consumato dal sole e dal sale. Uno dei fortissimi ricordi che ho, è che un giorno un pescatore amico del mio papà mi portò con il peschereccio in mare insieme ad altri pescatori e ad un certo punto la barca ebbe una falla e l’acqua cominciò ad entrare. Ecco…ricordo che i pescatori mi alzavano con le loro braccia forti e cantavano canzoni marinare per non farmi impaurire forse. Ricordo con nitidezza il mio papà che con una barchetta a remi venne a salvarmi. Questo è un ricordo indelebile della mia infanzia”.

Come hai iniziato la tua carriera di attrice di cinema, teatro e fiction?

“Avevo 4 anni quando mi sono improvvisata ballerina classica in Sicilia a casa dei nonni con tutti i miei parenti che mi applaudivano. Pensa un po’, ho ballato il “Il lago dei Cigni” di Cajkovskije ovviamente con passi di danza tutti inventati. Poi all’asilo recitavo storie inventate da me. Aaaahhhaaa….facevo già improvvisazione teatrale. E all’età di 8 anni, dopo aver visto un film con la grande Anna Magnani, ho deciso che dovevo e volevo fare l’Attrice e così nel 1974 ho iniziato questo lungo cammino nel mondo dello spettacolo, lavorando con i più grandi artisti del cinema italiano. Da allora non ho mai smesso e continuo ancora a fare questo splendido mestiere.

Sei una attrice vulcanica, poliedrica, se tu potessi scegliere quali ruoli pensi siano più congeniali a te, ruoli comici, brillanti o ruoli drammatici?

“Sono legatissima a quasi tutti i ruoli che ho intrpretato. Ognuno di loro mi ha regalato e lasciato emozioni molto forti. Ognuno di loro ha stimolato la mia fantasia, ha cambiato la mia storia, mi ha fatto vivere tante vite diverse. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa di molto speciale ed io sono diventata come un grande puzzle che negli anni, via…via…si compone di tanti svariati personaggi.

Comunque mi piace moltissimo far ridere e allo stesso tempo emozionare e perché no? anche far piangere e in alcuni dei miei spettacoli, ciò è avvenuto e continua ad avvenire. Mi piace mischiare il riso al pianto perché entrambi sono emozioni forti che lasciano il segno. E poi un’attrice deve saper interpretare qualsiasi ruolo. Lee Strasberg disse:  “L’attore crea con la sua carne e il suo sangue tutte quelle cose che le altre arti, in qualche modo, tentano di descrivere.” Bella eh?

Tu hai lavorato anche con grandi nomi del cinema come Sordi, Samperi, Vitti, Fellini,  ultimamente sembri però preferire il teatro, come mai?

“Ho iniziato la mia carriera artistica con il cinema. Il mio” primo grande amore” che come sai non si scorda mai. Ho lavorato con i più grandi “maestri”, con “persone straordinarie” come Federico Fellini, incontro indimenticabile e indelebile, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, , Damiano Damiani, Salvatore Samperi,  Monica Vitti, e tanti, tanti altri. Ho partecipato a diversi film, ho vinto diversi premi tra cui due importantissimi “Lo Schermo d’oro” al Festival di Toronto per il cinema e la “Palma D’Argento” alla rassegna dell’Umorismo di Bordighera per il Teatro. E sia se fai cinema o teatro devi essere comunque una brava attrice.  Io li amo entrambi ma il Teatro è la mia vera passione. Il teatro è un’altra cosa.

In teatro stai sempre in diretta e non puoi ripetere la scena se hai sbagliato. In teatro sei sempre in tensione con l’adrenalina a mille. In teatro senti scoppiare le risate all’improvviso se hai detto bene la battuta. In teatro regali la vita, la vitalità, la gioia, la lacrima”.

In Teatro siamo tutti meravigliosamente insieme ed è un’emozione viscerale che non si può descrivere.  E’ una soddisfazione grandissima e ogni replica ti lascia dentro qualcosa di straordinario. Il teatro è tutto per me! Non potrei più vivere senza di “lui”. Noi siamo una cosa sola e indissolubile. Dicono che sono una ”bestia da palcoscenico”.  E’ vero! E mi piace questo appellativo perchè racchiude tutta la rabbia, la caparbietà e l’amore che ho per questo lavoro mettendo ogni volta a nudo la mia anima, donandomi semplicemente al mio pubblico. Sentire la platea che ti ascolta, che ride, che applaude  in massa, è qualcosa di entusiasmante, di piacevole, di sublime. E’ un’emozione grandissima. Non posso più concepire la mia vita senza il Teatro”.

Sei una grande autrice teatrale, il tuo ultimo testo scritto con Riccardo Graziosi è “Nei panni di una donna?” con la regia di massimo Milazzo e che porterai in anteprima in scena il 13 e 14 gennaio al “Teatro Uniko” di Lavinio, Anzio. Parliamo di questo testo, di cosa tratta?

Moltissime regie dei miei spettacoli portano la firma di Massimo Milazzo che come un bravissimo direttore d’orchestra dirige gli attori, ed io lavoro con lui da oltre vent’anni. E’ un connubio ben saldo la ditta Frazzetto-Milazzo che dura dal 1990, sia nella vita privata che nel lavoro.

Questo monologo tratta la storia di una sartina che parla dei problemi quotidiani della vita. Di tutto ciò che ci circonda. Parla dell’uomo, della donna, di facebook, delle vacanze, delle suocere. E’ un monologo divertente che indaga l’universo femminile visto dagli occhi ingenui (ma non troppo) di una sarta, che si trova a raccontare episodi della propria vita, in monologhi dissacranti. Tra un orlo e una cerniera, le faccende di casa, un insopportabile marito, due figli e un cane, mi divertirò a far ridere il mio pubblico con un inaspettato e suggestivo colpa di scena finale”.

Come ti viene l’ispirazione per scrivere testi per il teatro?

Posso confidarti una cosa? Parto quasi sempre dal titolo. Gli altri pensano prima all’argomento, io invece penso al titolo e da li si scatena la mia fantasia. Ovviamente prendo spunto dalla realtà e dalla quotidianità che mi circonda perché sono argomenti dove ognuno di noi si può riconoscere.

Sei tuttora fino all’11 gennaio al “teatro delle muse” di Roma con “vieni avanti varietà”, non ti fermi mai praticamente, che ruolo hai qui?

“No, non sono in scena in questo momento. Ho terminato da qualche settimana, una comicissima e brillantissima commedia inglese adattata da me e Luca Giacomozzi: AFFITTASI CAMERA DA LETTO che porterò in giro quest’inverno.  Vieni Avanti Varietà  invece è uno spettacolo che ho fatto nel 2015.  Con il mio prossimo spettacolo “NEI PANNI DI UNA DONNA?” (dopo il grande successo del monologo precedente che ho scritto e interpretato “E SE IL SESSO SI E’ DEPRESSO?”)  debutterò in anteprima il 13 e il 14 gennaio al Teatro UNIKO a Lavinio e poi lo stesso monologo sempre con la regia di Massimo Milazzo, lo porterò in scena anche a Roma dal 25 al 29 Gennaio al Teatro Petrolini, quindi vi aspetto numerosi. Non potete mancare!”

Cosa è per te il successo Luciana

“Il mio successo è quello che ho ottenuto, visto che da oltre trent’anni continuo ancora a calcare le scene continuando a fare ciò che mi ero prefissa all’età di quattro anni. Recitare è un mio bisogno.  Questo è il successo:  fare ciò che ti piace, e per tutta la vita. Aver realizzato il tuo sogno. Avere il tuo pubblico che ti ama e ti segue. Sempre. Non è poco credo, non ti pare? E poi….che te posso di?  “Esse la Frazzetto me diverte da morì.”

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