Cinema

Jessica Chastain, femminista anche sul grande schermo

La carriera di Jessica Chastain inizia nel 2008, ma viene lanciata nello star system di Hollywood dal film The Tree of Life, del 2011. Da questo momento l’ascesa dell’attrice statunitense è un susseguirsi di successi.

Chastain partecipa a grandi pellicole, affiancando grandi interpreti come Helen Mirren, e più recentemente Matthew McConaughey nel colossal Interstellar.

Nella sua vita privata, Chastain è sempre stata simbolo di eleganza e riservatezza. Allo stesso tempo, però, si espone per cause umanitarie a cui si sente particolarmente legata.
Dopo il suicidio della sorella, sostiene una no-profit che si occupa di aiutare giovani adolescenti che rischiano di cadere nel baratro della depressione. Si è sempre preoccupata dei diritti degli animali, diventando vegana ed è una fervente femminista.

La battaglia più importante per Jessica Chastain è sempre stata la parità dei sessi. Si è schierata con le altre donne del jet set hollywoodiano, rifiutandosi di accettare paghe inferiori a quelle dei propri colleghi uomini. Infine, dopo lo scoppio dello scandalo Weinstein, si è apertamente unita al movimento Time’s Up per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle molestie sessuali.

I suoi ruoli rispecchiano il suo femminismo

Infatti, soprattutto negli ultimi anni, la scelta dei suoi personaggi fa trasparire un’idea di femminismo molto forte. Da Zero Dark Thirty, in cui interpreta un’agente della CIA impegnata nella cattura di Osama Bin Laden, fino a Miss Sloane.

In quest’ultima pellicola, Chastain è una lobbista molto potente, che utilizza qualsiasi mezzo per vincere le sua battaglie e condizionare la politica. L’unica regola è una sorta di compromesso morale: l’importante è che la causa sia giusta. Ed è per questo motivo che si impegna nella lotta contro la più potente organizzazione americana: la lobby delle armi.

Quando la lobby decide di attaccarla personalmente, si scopre che, non avendo tempo per crearsi dei rapporti personali, per soddisfare le proprie esigenze sessuali, la donna ricorre alla compagnia di escort. Raramente si associa questo comportamento alle donne di potere, quando sembra del tutto scontato se si parla di uomini.

Altrettanto, ci si aspetta che una donna sia più restia a tradire gli amici e i colleghi, che abbia più “coscienza e sentimenti”, insomma che sia meno spregiudicata. Miss Sloane, invece, è totalmente il contrario. Disposta perfino a creare situazioni di pericolo per arrivare al fine.

Quando la lobby, inevitabilmente, sembra averla sconfitta, Sloane si dimostra intelligente, astuta e infine vittoriosa.

Dopo una potente donna politica, è una potente criminale

Nel film Molly’s Game, esordio alla regia del grande commediografo e sceneggiatore Aaron Sorkin, si racconta la storia di Molly Bloom.

Bloom, campionessa olimpica di sci, diventa presto organizzatrice di un giro di poker miliardario, che coinvolge grandi personaggi pubblici – da attori e registi, fino ai grandi sportivi.

Molly si fa strada in un mondo sotterraneo, pericoloso e dominato dagli uomini. Riesce ad intrettanere rapporti con la mafia russa, a far rispettare le regole delle sue bische e ad ottenere un giro di poker da milioni di dollari, in cui il buy-in arriva perfino a 250mila dollari (quota per partecipare).

Ancora una volta, un ruolo che nella cinematografia, come nella vita, è associato a figure maschili – ma Jessica Chastain, servendosi della Settima Arte, dice a tutti che anche le donne possono catturare l’uomo più ricercato del mondo, affossare la lobby più potente d’America e essere grandi criminali.

Molly’s Game uscirà nelle sale italiane il 12 aprile 2018 ed è atteso e acclamato come il “nuovo” Rounders.

 

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