Attualità

Consiglio Diritti Umani a Ginevra: l’intervento di Giorgia Butera e Sara Baresi

Giorgia Butera, Presidente di “Mete Onlus”, e Sara Baresi, Presidente di “Protea Human Rights”, hanno partecipato al 34° Consiglio dei Diritti Umani durante l’item 8 nella grande sala davanti al Presidente del CDH dei Paesi in ascolto e delle ONG presenti. Gli argomenti trattati sono stati i campi di Tindouf e le donne di Saharawi.

L’INTERVENTO DI SARA BARESI AL 34º CONGRESSO DEI DIRITTI UMANI

Sara Baresi, mediatrice culturale ed educatrice nella mediazione etnoclinica per l’inclusione sociale, ha parlato del difficile compito di chi opera in ambito psicologico, educativo e psicosociale, mettendo al centro dei problemi l’individuo con la sua identità, i suoi bisogni e i suoi aspetti di vulnerabilità. Ci sono nel mondo situazioni gravissime dove le persone non contano in quanto tali ma vengono definite solo numeri e un esempio eclatante è rappresentato dai campi di Tindouf. 

Per i professionisti e attivisti dei Diritti Umani come Sara Baresi, il censimento della popolazione è un diritto dell’essere umano per individuarne le esigenze e le modalità di aiuto. Per questo motivo la Presidente di “Protea Human Rights” ha chiesto il censimento per le donne che si trovano nei campi di Tindouf.

L’INTERVENTO DI GIORGIA BUTERA AL 34º CONGRESSO DEI DIRITTI UMANI

Giorgia Butera, occupandosi di matrimoni precoci e imposti attraverso la comunità internazionale “sono bambina, non sposa”, ha espresso preoccupazione per i 50 casi di giovani donne saharawi che erano state neutralizzate in Spagna ed adottate lì. Queste ragazze si erano recate nei campi di Tindouf per andare a trovare le loro famiglie di origine, ma non hanno più fatto ritorno in Spagna e si teme possano essere trattenute contro la loro volontà e aver dovuto accettare matrimoni imposti. Giorgia Butera si sta battendo affinché questo caso abbia un adeguato clamore internazionale e si possa trovare una soluzione alla violazione di Diritti umani, rendendo responsabile il territorio sul quale ciò accade, ovvero l’Algeria.

Le due attiviste italiane hanno presentato un documento scritto al Presidente dei Diritti Umani, Dott. Joaquin Alexander Maza Martelli, e all’incaricato per i temi della migrazione all’interno del Consiglio delle Nazioni Unite, Signor Francois Crepau. Attraverso questo documento hanno voluto mettere a fuoco i problemi da loro trattati durante il Consiglio in materia di Diritti Umani. Inoltre hanno dato particolare attenzione al problema migrazione, essendo l’Italia un Paese attivo nel campo dell’accoglienza dei richiedenti rifugio. A conclusione del documento è stato chiesto un nuovo appuntamento per la prossima sezione del Consiglio dei Diritti Umani alle Nazioni Unite a Ginevra.

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