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Migranti, che significa aiutarli “a casa loro”?

Se lo scopo è aiutare i migranti “a casa loro” bisogna tener conto che la politica europea è lontana anni luce dalla quotidianità africana. Il solo coordinarsi con i vertici libici è spesso un’impresa ardua dato che i presidenti insediati a Tripoli e a Tobruk sono perennemente in contrasto tra di loro. Altro capitolo da approfondire è quello sul ruolo che i soldati europei, e in particolar modo francesi, continuano a svolgere nel continente africano. I soldati francesi, secondo alcuni video diffusi in rete, per anni sarebbero rimasti indifferenti al passaggio di carovane di uomini dirette in Libia, e poi in Europa.

Desta perplessità, quindi, l’effettivo ruolo delle truppe europee in Africa. Il loro compito ufficiale è quello di dare la caccia a trafficanti e jihadisti, con l’appoggio dell’Unione Europea alla missione francese è stata anche allestita una centrale di controllo in Niger. Nella pratica, però, poco viene fatto per migliorare le condizioni di vita nei paesi di origine della tratta, né tantomeno viene agevolato il viaggio lungo il deserto del Sahara, che costa la vita ogni giorno a uomini, donne e bambini. Organizzazioni internazionali hanno stimato che la tratta Sahariana con destinazione Libia ha raggiunto quota 300.000 passaggi solo nel 2016. Gli stessi uomini salvati poi in mare da navi governative e non.

Lo scontro sulle strategie da adottare

L’Italia stessa partecipa attivamente alla creazione di un piano per l’Africa: nell’agenda politica del governo Gentiloni c’è la stabilizzazione dei flussi migratori per arrivare all’utopia della regolarizzazione degli sbarchi. Quest’ultima è da definirsi utopia perché l’Europa è ancora divisa sul tema dei migranti economici, che sono in maggioranza. Non è neanche ben chiaro cosa intendesse il ministro Minniti quando parlava di bloccare i “flussi illegali” per favorire i “flussi legali”. Una dicotomia, quella tra lecito ed illecito, avente diritto e clandestino, che si basa su convenzioni politiche, più che su leggi vere e proprie.Ad ogni modo l’Italia ha avanzato più volte proposte per regolare i viaggi della speranza e dare assistenza ai migranti già in Africa; proposte che però hanno trovato resistenze nel rinato asse franco-tedesco, interessato a favorire le proprie missioni nel continente.

Giornata della Memoria delle Vittime dell'Immigrazione oggi 3 ottobre: le celebrazioni

Emergenza Migranti, Critiche dai Paesi dell’est

Critiche non costruttive sono arrivate anche dai paesi dell’Est, Polonia e Ungheria in primis, che chiedono a gran voce di chiudere i porti italiani. È difficile, però, che paesi con a carico numerose procedure d’infrazione per il mancato rispetto degli accordi di Dublino possano dettare legge in merito. Mentre va in scena la querelle tra i governi europei, uomini e donne vagano per le città italiane con la speranza di poter essere riconosciuti dalla società. Nei loro sogni, lavoro e documenti.

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Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia e Culture Globali presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.
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