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“Verità nel buio”, Mostra su Caravaggio a Napoli fino al 30 aprile 2017

Al Pio Monte della Misericordia a Napoli si è inaugurata il 1 aprile la mostra “La verità nel buio”di Omar Galliani e Lorenzo Puglisi e visitabile fino al 30 aprile. Una mostra che mette a confronto l’arte contemporanea dei due artisti con l’opera di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, le “Sette opere di Misericordia” del 1604, opera che si trova al “Pio Monte della Misericordia”e commissionata dai nobili napoletani fondatori di questa istituzione benefica laica.

Ai lati del capolavoro cavaraggesco due grandi tele di tre metri per due in cui i due artisti contemporanei hanno raffigurato il loro concetto di Misericordia, la loro “verità dal buio”, la loro idea di tempo sospeso che scaturisce dall’opera di Caravaggio. La mostra è curata da Raffaella Resch e Maria Savarese ed è la seconda tappa di questo progetto di Galliani e Puglisi. Rispetto alla prima tappa, Palermo, le opere esposte a Napoli sono inedite e realizzate appositamente.

I due artisti contemporanei Galliani e Puglisi ripercorrono il viaggio di Caravaggio che fece a Napoli e a Palermo negli ultimi quattro anni della sua vita quando fuggì da Roma perché condannato a morte. L’esposizione propone anche i bozzetti e i disegni preparatori per la grande tela esposta e si trovano nell’ambiente del Pio Monte detto della “quadreria”, dedicato all’arte contemporanea. Il progetto è promosso dal polo museale regionale d’arte moderna di Palermo e dal Pio Monte della Misericordia.

MOSTRA SU CARAVAGGIO A NAPOLI: LE OPERE DI GALLIANI E PUGLISI

Omar Galliani espone “genealogie dell’ombra”, lavori su tavola e carta di varie dimensioni: osservando il capolavoro delle “sette opere della Misericordia” ne ha colto i punti di riferimento quali i volti, i corpi, gli oggetti, e tralasciato e eliminato le ombre e il buio. Lorenzo Puglisi ha cancellato invece la “realtà” come punto di partenza dell’opera. I suoi dipinti sono essenziali e si confrontano solo con le tracce residuali e i ricordi che si ha nella propria mente, elementi che lui ha definito “ombre”, che poi sono gli unici punti di riferimento della sua pittura, resa al massimo della scarnificazione.

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