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Immuni, app per il coronavirus: come funziona il tracciamento

Scelta l’app di contact tracing necessaria a tenere sotto controllo la diffusione del virus durante la Fase 2.

Il Governo ha scelto, sarà Immuni l’app per il tracciamento delle persone. Ecco come funziona il sistema di tracking sperimentato per contenere il contagio

Mentre ci avviciniamo, con le giuste precauzioni, alla Fase 2 per cercare di tornare, in qualche modo e gradualmente, alla normalità, diverse sono le proposte, e le iniziative, avanzate necessarie a tenere sotto controllo la diffusione del virus durante questa fase. Tra queste c’è anche “Immuni” l’app di contact tracing che dovrebbe venire in aiuto allo scopo prefissato.

È stata infatti firmata dal Commissario Domenico Arcuri l’ordinanza con la quale si dispone di procedere “alla stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons Spa”, la quale si occuperà anche degli aggiornamenti necessari nel corso dei mesi.

L’app in questione è il progetto selezionato dal gruppo di esperti insediato al dicastero dell’innovazione, che il 10 aprile scorso era stato proposto al premier dalla ministra Paola Pisano. Ed ora varrà sottoposto al vaglio del team Colao.

App Immuni, come funziona e le caratteristiche

Bisogna, prima di tutto, precisare che l’app Immuni non sarà obbligatoria, ma potrà essere scaricata da chiunque lo desideri. L’app per il tracciamento dei contagi da coronavirus si compone quindi di due funzioni. La prima funzione è rappresentata da un sistema che, attraverso l’utilizzo del Bluetooth, si occuperà del tracciamento dei contatti. La seconda funzione è un diario clinico contenente tutte le informazioni più rilevanti del singolo utente da aggiornare giornalmente con le variazioni dello stato di salute dell’utente o con la presenza di nuovi sintomi.

Lo stesso commissario Arcuri ha dichiarato che “l’app sarà un pilastro importante nella gestione della fase successiva dell’emergenza”, ma ha anche precisato che “verrà prima avviata una sperimentazione in alcune regioni pilota”. D’altra parte, l’auspicio del commissario risiede nella speranza di un’adesione volontaria da parte dei cittadini, poiché “il sistema di tracciamento dei contatti servirà a capitalizzare l’esperienza della fase precedente ed evitare che il contagio si possa replicare”.

Un’impresa non proprio facile se si suppone che affinché l’utilizzo dell’app risulti efficace è necessario che venga scaricata ed utilizzata almeno dal 60% degli italiani.

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