Cinema

“Loving” di Jeff Nichols: Trama e Recensione

In sala il film che arriva da Cannes

Quarto film scritto e diretto dal regista Jeff Nichols (Take Shelter Midnight Special), Loving, in concorso a Cannes e candidato a due Golden Globe, arriva nelle sale italiane. Tratto da una storia vera, il film racconta della relazione interrazziale tra i coniugi Loving: il bianco Richard (Joel Edgerton) e la afroamericana Mildred (Ruth Negga).

Trama

Ambientato in Virginia nel 1958, piena epoca dei pregiudizi razziali, Richard Loving è un umile carpentiere, un brav’uomo, ordinario, di poche parole. Quando la sua fidanzata Mildred gli comunica di essere incinta, accoglie con gioia la notizia, affermando che si prenderà cura di loro, costruendo lui stesso una casa per la nuova famiglia e chiedendola in moglie. Nessun ostacolo da parte di amici e parenti, tranne la sorella minore di Mildred che non sopporta il distacco. Fino a quando, una notte vengono scoperti ed arrestati. Costretti a dichiararsi colpevoli di fronte alle autorità dello stato della Virginia, Richard e Mildred Loving vengono condannati ad un anno di detenzione. Il loro caso però cattura l’attenzione di un avvocato, intenzionato ad aiutarli.

Recensione

Loving è un buon film, con una buona scrittura, dei momenti toccanti e due buoni interpreti ma risente di diversi problemi, lungi dall’essere una storia vista e rivista. Per cominciare, non sono molto chiare le intenzioni di regia: Loving non è un biopic e certo non è un film giudiziario, anche se accoglie dentro di sé entrambi i generi.

Forse è piuttosto un romance, ma è un romance che non lascia praticamente nessuno spazio al romanticismo, interessandosi invece (ma neanche troppo a fondo) all’ingiustizia commessa dallo stato della Virginia nei confronti dei due coniugi. Per far questo sarebbe stato forse necessario dare più spazio ai due interpreti principali, che la regia accarezza all’inizio ma poi tende un po’ ad abbandonarli a sé stessi. Tuttavia, è un film che trasmette la profondità dei sentimenti attraverso i gesti e i silenzi piuttosto che le parole, ma questi momenti (che sono sicuramente i più interessanti del film) non vengono padroneggiati a dovere.

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