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Papa Francesco in Bangladesh: “Chiedo perdono per l’indifferenza del mondo”

Procede il viaggio apostolico di Papa Francesco in Asia, oggi in Bangladesh, il Santo Padre Francesco ha incontrato la minoranza musulmana dei Roihngya. Durante l’Incontro interreligioso ed ecumenico per la Pace nel mondo presso l’arcivescovado di Dhaka, Papa Francesco ha pronunciato un breve ma emozionante discorso a braccio, pronunciando per la prima volta la parola Roihngya. Una curiosità a proposito della parola Roihngya arriva proprio dalla Sala Stampa poiché non era dato per certo che il Papa avesse pronunciato tale parola ma poco dopo è arrivata la conferma ufficiale dagli organi di stampa vaticani.

A braccio è più emozionante

“A nome di tutti quelli che vi hanno perseguitato, chiedo perdono”

Con queste parole, il Santo Padre ha continuato il suo discorso con i rappresentanti della minoranza religiosa dei Roinghya: “Noi tutti vi siamo vicini. È poco quello che possiamo fare perché la vostra tragedia è molto dura e grande, ma vi diamo spazio nel cuore. A nome di tutti quelli che vi hanno perseguitato, che vi hanno fatto del male, chiedo perdono. Tanti di voi mi avete detto del cuore grande del Bangladesh che vi ha accolto. Mi appello al vostro cuore grande perché sia capace di accordarci il perdono che chiediamo. Nella tradizione giudaico-cristiana Dio ha creato l’uomo a Sua immagine e somiglianza. Tutti noi siamo questa immagine. Anche questi fratelli e sorelle sono l’immagine del Dio vivente. Una tradizione della vostra religione dice che Dio ha preso dell’acqua e vi ha versato del sale, l’anima degli uomini. Noi tutti portiamo il sale di Dio dentro. Anche questi fratelli e sorelle. Facciamo vedere al mondo cosa fa l’egoismo con l’immagine di Dio. Continuiamo a stare vicino a loro perché siano riconosciuti i loro diritti. Non chiudiamo il cuore, non guardiamo da un’altra parte. La presenza di Dio oggi si chiama anche Rohingya. Ognuno ha la sua risposta”.

I Roinghya

“Ogni uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, anche questi nostri fratelli e sorelle”, ha esordito Papa Francesco parlando proprio dei Roinghya. Questi ultimi erano presenti accanto al Pontefice, con una rappresentanza di 12 uomini, 2 donne e 2 bambine, accompagnati dal rappresentante della Caritas. Al termine della preghiera comunitaria, il Santo Padre li ha salutati uno per uno e con estrema dolcezza si è chinato di fronte un bambino baciandogli la fronte.

 

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